Cronaca

A Milano da gennaio orari differenziati per l’ingresso a scuola e negozi aperti dalle 10.15. Sala: “I mezzi di trasporto sono il problema”

L'annuncio del sindaco sui nuovi orari in città per provare a decongestionare metro, tram e bus negli orari di punta: "Scaglioniamo un po' gli orari della città, i ragazzi devono rientrare in classe". L'accordo raggiunto con il prefetto Renato Saccone

Milano decide di scaglionare gli orari di ingresso nelle scuole e di aperture delle attività commerciali, provando a decongestionare i mezzi di trasporto negli orari di punta. Metropolitane, tram e bus “sono il problema”, ha detto il sindaco Beppe Sala annunciando le novità che accompagneranno la città dal 7 gennaio, quando gli istituti scolastici riapriranno i battenti e l’Italia uscirà dalla “stretta di Natale” che il governo si appresta a varare.

“Io sono fermamente convinto che bisogna riportare i ragazzi a scuola, in questi giorni abbiamo lavorato, coordinati dal prefetto di Milano, Renato Saccone”, ha spiegato Sala, proprio per pianificare il rientro. Il piano prevede che gli studenti “rimarranno in parte a distanza” e” vogliamo garantire che si possa portare un 75% di alunni in presenza”. Come? “Alcune classi entreranno alle 8 e altre alle 9.30″, ha annunciato il sindaco.

Non si tratta dell’unica novità che accompagnerà i primi mesi del 2021 nel capoluogo lombardo. A Milano dal 7 gennaio i negozi apriranno alle 10.15, per fare in modo di non creare ingorghi sui mezzi al mattino. Tra le attività escluse dallo scaglionamento ci sono gli alimentari e i bar. “Così scaglioniamo un po’ gli orari della città”, ha aggiunto Sala. Il tema dello scaglionamento degli ingressi a scuola e delle aperture dei negozi tiene banco da mesi, già tra la prima e la seconda ondata.

Ad indicare ai prefetti il tema della differenziazione degli orari, nel pieno della ripresa del contagio, era stato il ministero dei Trasporti, suggerendo di dividere gli ingressi e le uscite su due turni mattutini e pomeridiani intervallati da almeno novanta minuti. Ad esempio 8-9.30 e 13.30-15. Da qui è partito il lavoro dei rappresentanti del governo sul territorio, chiamati con le loro task force a modulare le misure in base alle esigenze della singole città. Durante la prima ondata – come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.itrivedere i tempi di negozi, uffici e scuole sembrava la soluzione ideale per poter convivere con il virus, ma finora nulla si è mosso, tra chi si è scontrato con le resistenze di sindacati ed esercenti e chi non ci ha nemmeno provato. Il tema si ripropone per gennaio e adesso, almeno Milano, annuncia di aver individuato le prime misure.