Scuola

Scuola e trasporti, braccio di ferro sul rientro. Dirigenti regionali: ‘Difficile scaglionare orari’. I piani in Piemonte e Lazio: più bus e autisti

Guerra fredda tra i due dicasteri dopo le dichiarazioni dell’inquilina di villa Patrizi sui mancati scaglionamenti degli ingressi scolastici e sull’ipotesi di usare il week end per fare lezione alle superiori. Gli uffici scolastici sul territorio ammettono che fino ad oggi gli orari diversificati non sono praticamente esistiti, ma proprio perché è impossibile ipotizzare lezioni al pomeriggio. Per la ripartenza servono altre soluzioni. Pinneri (Lazio): "Useremo i bus turistici". Manca (Piemonte): "La Regione farà un piano potenziato dei trasporti"

Guerra fredda tra la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e la collega dei trasporti Paola De Micheli. Dopo le dichiarazioni dell’inquilina di villa Patrizi sui mancati scaglionamenti degli ingressi scolastici e sull’ipotesi di usare il sabato e la domenica per fare lezione alle superiori, è aumentata la tensione. La ministra Azzolina non ha voluto commentare le parole della collega certa del lavoro fatto con il Piano Scuola e nessuno in viale Trastevere ha scelto di uscire dal coro. A parlare sono, invece, gli uffici periferici del ministero dell’Istruzione e i dirigenti scolastici. L’idea di spalmare gli scaglionamenti su tutta la giornata non piace alla maggior parte dei dirigenti degli uffici scolastici regionali. E’ vero, ammettono i capi degli Usr, che fino ad oggi gli scaglionamenti non sono praticamente esistiti, ma è impossibile ipotizzare lezioni al pomeriggio. Bocciata anche l’idea di portare in classe gli studenti sabato e domenica. Resta, invece, una sola certezza in campo: la fine della didattica a distanza non può che essere il 7 gennaio.

Il più esplicito è il dirigente dell’Usr Lazio, Rocco Pinneri: “Fino a prima del Dpcm del 24 ottobre scorso gli scaglionamenti c’erano ma al massimo di un’ora o due di distanza. L’idea di usare i pomeriggi e il week end di là di questioni legittime di natura sindacale richiederebbe risorse aggiuntive”. Tradotto: se si va a scuola fino alle 20 o la domenica servono più bidelli e più soldi agli enti locali per pagare le utenze. “E’ una proposta – aggiunge Pinneri – che resta sulla carta. Noi stiamo lavorando in questo territorio in altra maniera: useremo i bus turistici e la Regione ha messo a disposizione 12 milioni di chilometri in più assumendo autisti”.

A ragionare sui possibili scenari di rientro a gennaio è anche Stefano Versari in Emilia Romagna, che sulla questione scuola nel week end taglia corto: “Io prendo indicazioni dal ministero dell’Istruzione”. “In Emilia – specifica Versari – abbiamo previsto un possibile rientro a gennaio con bus al 50%. Ora stiamo convocando i tavoli provinciali per lavorare sugli orari ipotizzando ingressi tra le otto e le nove solo per i pendolari che non vengono da lontano”. Nessun scaglionamento nemmeno in Friuli nei primi mesi di scuola: “Qui è stato impossibile. Gli orari di ingresso sono organizzati – spiega la dirigente dell’Usr, Daniela Beltrame – in funzione del servizio offerto dai trasporti che è molto rigido. L’assessore regionale ci ha chiarito che sono già impegnati tutti i mezzi possibili e tutto il personale a disposizione”. Difficile ipotizzare gli scaglionamenti a lungo termine: “Nei poli scolastici – aggiunge Beltrame – ci sono più scuole con diversi indirizzi e non si può pensare di iniziare ad orari diversi si creerebbero assembramenti all’esterno delle scuole di ragazzi in attesa del suono della campanella”. E sulle lezioni di sabato e di domenica, Beltrame a denti stretti spiega: “Se serve faremo anche quello”.

Dal Veneto arriva la voce anche della dirigente Daniela Palumbo: “Abbiamo da poco concluso un monitoraggio e abbiamo visto che gli scaglionamenti erano praticati ma solo tra le 7,20 e le 9. Per l’organizzazione scolastica è molto complicato prevedere più fasce di entrata e uscita. Se i ragazzi dovessero restare a scuola anche il pomeriggio si dovrebbe organizzare un servizio mensa”. Laconica invece sull’idea della ministra dei Trasporti di usare il fine settimana: “Guardi, non mi faccia dichiarare. Non posso”. In Piemonte intanto il dirigente dell’Usr, Fabrizio Manca, sta lavorando a stretto contatto con la Regione: “In passato abbiamo fatto degli scaglionamenti degli ingressi ma limitati ad una fascia oraria che non superava le nove del mattino. Il presidente della Regione Alberto Cirio mi ha informato proprio oggi che mi presenteranno a breve un piano dei trasporti potenziato. Su indicazioni della ministra Azzolina, lo avevamo chiesto mettendo a disposizione tutti i dati che avevamo sugli ingressi. Cirio, nonostante passeremo da zona rossa ad arancione, ha intenzione di lasciare per precauzione, in didattica a distanza anche le seconde e terze medie, oltre le superiori, fino all’inizio delle vacanze di Natale. E’ comunque chiaro che per riaprire dovremo chiedere una rimodulazione degli ingressi: le scuole sono pronte”.

A dire la sua è anche il presidente nazionale dell’associazione dei presidi, Antonello Giannelli: “Sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15. La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora. Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”.