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Joe Biden, la situazione in Medio Oriente è complessa: cambiare retorica non basterà

Sono grandi le aspettative circa un cambiamento nella politica estera americana nello scacchiere mediorientale ora che vi è una nuova amministrazione democratica guidata dal presidente eletto Joe Biden. Anche se indubbiamente ci saranno alcuni cambiamenti nelle priorità e nella condotta, un mutamento che soddisfi tutte le aspettative in discussione non sarà un obiettivo semplice da raggiungere; almeno non a breve termine. Inoltre, i commenti pubblici di Biden dopo le elezioni si sono tutti concentrati sul piano della politica interna, con grandi temi quali la lotta alla pandemia determinata dal Covid-19 e il concetto di unione tra i cittadini americani.

Se ci spostiamo in Medio Oriente, uno dei principali problemi per l’amministrazione Biden sarà l’Iran, poiché il famigerato Accordo nucleare fa parte integrante dell’eredità dell’amministrazione Obama, in cui Biden ha svolto un ruolo importante in qualità di vicepresidente. Tuttavia, l’approccio di un’amministrazione Biden alla regione sarà necessariamente diverso rispetto ai due mandati Obama, poiché la situazione sul campo è cambiata in modo significativo negli ultimi quattro anni.

Quindi, anche se c’è interesse a impegnarsi nuovamente con l’Iran, non può essere alle stesse condizioni dell’ultimo accordo. Le sanzioni negli ultimi anni hanno colpito molto duramente il paese mediorientale e in parte sono servite a contenere il suo potere in Libano, Iraq e persino in Siria. Pertanto, qualsiasi tentativo di impegnarsi con l’Iran deve considerare i vantaggi dell’attuale situazione che il paese sta affrontando.

Se trattiamo un altro argomento sempre attuale, ossia il processo di pace arabo-israeliano, è necessario bisogna entrare subito nell’ottica che è difficile per qualsiasi presidente degli Stati Uniti evitare di inseguire la situazione de facto, indipendentemente dal fatto che esista o meno una chiara soluzione ai problemi intorno alla Palestina. Il conflitto sarà sempre visto come parte di un più ampio accordo di pace regionale. Sarà anche fondamentale per l’amministrazione Biden dimostrare che la costruzione della pace tra i paesi arabi e Israele non era limitata alla precedente amministrazione, visti i recenti successi ottenuti dal presidente Donald Trump.

Nonostante ciò, è probabile che assisteremo ad alcuni cambiamenti per quanto riguarda l’approccio: in particolare quando si tratta dell’”accordo del secolo”. L’amministrazione Trump ha adottato la strategia di annunciare l’accordo e chiedere negoziati, ma è più probabile che Biden sia più tradizionale e porti avanti i negoziati prima di annunciare qualsiasi accordo. Nel frattempo, indipendentemente da chi si trova alla Casa Bianca, i palestinesi sono in una posizione debole e hanno bisogno di affrontare in modo più pragmatico la situazione e le forze in campo se vogliono avere un’influenza reale.

È interessante notare che le relazioni della Turchia con la nuova amministrazione saranno probabilmente influenzate da due fattori principali. Il primo è il partenariato dell’America con l’Europa, che probabilmente migliorerà sotto Biden, in particolare con paesi come Germania e Francia. Ciò avrà implicazioni immediate per le relazioni con la Turchia, che è in aperto conflitto con i paesi europei ed è per loro fonte di minaccia.

D’altra parte, le relazioni degli Stati Uniti nella Nato potrebbero anche influenzare le misure da adottare contro la Turchia, in particolare quando si tratta di politiche ostili a est del Mediterraneo contro membri della Nato come la Grecia e la rottura dei tabù installando i missili di difesa russi S400 . Ciò eserciterà una maggiore pressione sulla Turchia, poiché l’amministrazione Biden troverà queste politiche inaccettabili.

Sarà difficile per il nuovo presidente non affrontare l’eredità dell’amministrazione Trump. Sono grandi i temi al tavolo del nuovo inquilino della Casa Bianca, in primis la questione, che non riguarda solo gli Stati Uniti ma è globale, di contenere l’espansione economica e politica della Cina. In quest’ottica, le relazioni con Russia e Iran potrebbero passare in secondo piano, ma tutto dipende dalla volontà di Biden di continuare l’approccio conflittuale ereditato dall’amministrazione Trump.

Le complessità della situazione sul campo su più fronti richiedono un approccio pragmatico e realistico, e come tale è molto difficile vedere cambiamenti significativi in ​​Medio Oriente nel breve periodo, anche se cambia la retorica.