Economia

Ristori bis, nella bozza del decreto rinvio delle tasse per tutte le attività delle zone rosse e aiuti raddoppiati per chi chiude

Il provvedimento elimina il riferimento alle perdite di fatturato: gli acconti di novembre per le attività soggette agli indici di affidabilità fiscale e le partite Iva in regime forfettario vengono rinviati per le attività delle zone rosse. La lista dei codici Ateco arriva quasi raddoppiare. I bar che devono abbassare la serranda dovrebbero ottenere un'indennità del 200%

Aiuti raddoppiati per chi sarà costretto a chiudere e rinvio al 2021 delle tasse di novembre indipendentemente dalle perdite di fatturato per le attività delle zone rosse. Mentre già lunedì circa 211mila attività inizieranno a trovare sul conto corrente i bonifici dell’Agenzia delle Entrate definiti con il decreto Ristori 1, il governo cerca di chiudere il decreto Ristori Bis, per portarlo nella notte tra venerdì e sabato in Consiglio dei ministri e accelerare anche con il contributo a fondo perduto legati al nuovo Dpcm. Con il provvedimento, oltre alle partite Iva, ci saranno anche aiuti per le famiglie che avranno i figli a casa già alle medie, con la possibilità di prendere il congedo al 50% o di utilizzare altri 1000 euro di bonus babysitter.

I tecnici hanno lavorato per scovare tra i risparmi di vecchie misure e gli ultimi margini di deficit altri 2 miliardi circa – dopo i 5 e mezzo del primo decreto – da destinare da un lato alle nuove attività che si dovranno fermare a livello nazionale (come i musei o i negozi dei centri commerciali nel weekend) e dall’altro da chi si ritroverà in zone ad alto o a massimo rischio. “In una fase così critica della nostra storia dare un aiuto concreto e immediato a chi è in difficoltà è necessario per proteggere il nostro presente e il nostro futuro. E’ un impegno che ho preso di fronte a tutto il Paese, a tutti i cittadini italiani. Tutto il governo è al lavoro per questo”, ha scritto in un post su Instagram il premier Giuseppe Conte, sottolineando come “proprio in queste ore stiamo finalizzando il dl ristori bis, con cui rafforziamo la rete di protezione e di sostegno per tutte le attività economiche che si trovano nelle zone a maggior rischio”. “Dobbiamo fare tutto ciò che è necessario, con rapidità e efficacia, per uscire tutti insieme dalla crisi al più presto”, ha concluso il premier Conte.

Con il decreto Ristori Bis arriverà il rinvio degli acconti di novembre “delle imposte sui redditi e dell’Irap” per tutte le partite Iva delle zone rosse che dovranno chiudere, “indipendentemente dalla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi”. Il provvedimento, previsto nell’ultima bozza del decreto, elimina quindi per le categorie più colpite dalla stretta il vincolo previsto dal decreto Ristori, che rinviava da novembre ad aprile gli acconto per i soggetti Isa e forfettari con perdite almeno del 33%. La misura riguarderà tutte le attività che rientreranno nel nuovo elenchi dei codici Ateco allegati al decreto e che operano nelle “aree del territorio nazionale, caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”

La lista dei codici Ateco, stando sempre all’ultima bozza, arriva quasi raddoppiare: ai primi 53, infatti, si dovrebbe affiancare una quarantina di nuove categorie, dagli estetisti ai negozi che chiuderanno al minimo per due settimane nelle zone rosse, e che dovrebbero ricevere, stando sempre alle bozze del provvedimento, un contributo a fondo perduto raddoppiato, al 200%, rispetto a quanto già ricevuto in estate con il ristoro del decreto Rilancio. Anche i bar nelle zone rosse, al momento al 150%, dovrebbero ottenere ristori del 200%, mentre chi già riceve un ristoro doppio rimarrà in quella percentuale.

Compaiono molte delle categorie che avevano lamentato l’esclusione in questi giorni: avranno contributi al 100% i bus turistici e anche i trasporti lagunari, i fotoreporter, chi fa corsi di danza, le lavanderie industriali, i negozi di bomboniere i traduttori e anche i produttori di fuochi d’artificio. Al 200% arriveranno invece guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e anche orti botanici e zoo. Incluse anche la ristorazione senza somministrazione, come rosticcerie e pizzerie al taglio, e gli internet point, che avranno un ristoro al 50% di quanto già avuto in estate.

Il meccanismo, però, è stato affinato fino all’ultimo per cercare di mantenere il più possibile l’automatismo, che consente all’Agenzia delle Entrate rapidità nell’erogazione. Il decreto bis conterrà, come ha spiegato il premier Conte, “un fondo ad hoc per mettere risorse in caso di variazioni tra zone gialle, arancioni e rosse”, così da evitare di dover ricorrere al decreto legge a ogni ‘cambio di fascia’ delle Regioni. Non solo, il premier ha ricordato che a tutte le nuove categorie saranno estesi anche la sospensione del versamento dei contributi per i dipendenti, il credito d’imposta al 60% per gli affitti per tre mesi (ottobre-dicembre) e la cancellazione della seconda rata dell’Imu di dicembre.

In arrivo anche 340 milioni di euro per garantire, anche per il mese di dicembre, l’esonero del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese operanti su tutto il territorio nazionale, appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, comprese le aziende produttrici di vino e di birra. Altri 300 milioni sono previsti nelle bozze per il trasporto pubblico locale per il 2021. Fino a 100 milioni potranno essere anche usati – si legge – per i “servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale, destinato anche a studenti” sempre nel 2021, per fare fronte alle misure anti-covid laddove nel periodo precedente all’epidemia si sia registrato un “riempimento superiore al 50 per cento della capacità”.