Scuola

Il liceo milanese che voleva riportare tutti in classe torna a distanza: “Ci siamo illusi. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma Regione e trasporti no”

“Abbiamo perso due mesi per preparare il ritorno a scuola. Se solo altri settori come quello dei trasporti avessero fatto come noi, probabilmente ce l’avremmo fatta meglio, questa è la mia illusione”. Giovanna Mezzatesta è la preside del Liceo Scientifico Bottoni di Milano. Dopo aver lavorato tutta l’estate insieme ai suoi collaboratori per riaprire la scuola in presenza ha dovuto fare retromarcia per osservare le indicazioni dell’ordinanza regionale. Così da lunedì, tutti i 750 studenti del liceo seguono le lezioni da casa. Le aule con i banchi appena acquistati sono rimaste vuote e i docenti possono scegliere se fare le video lezioni dalle aule o da casa: “Abbiamo lasciato loro la libertà di scegliere innanzitutto perché la nostra scuola non reggerebbe trenta connessioni in contemporanea”. I soldi che sono arrivati sono stati spesi per favorire la didattica in presenza e non per la didattica a distanza. “E poi c’è una questione di tutela della salute dei professori” spiega la preside che negli scorsi giorni ha scritto una lettera ai suoi studenti invitandoli a “non credere ai proclami di chi dichiara di volere garantire il diritto allo studio, ma di guardare i fatti”. Intanto il Consiglio d’Istituto ha approvato una mozione per chiedere “rispetto per la scuola” al mondo politico e istituzionale.