Cronaca

Caso Becciu, presidente di Pax Christi: “Come faremo ora a chiedere la carità? Il Papa è stato severo. Ma la Chiesa allontani sesso e denaro”

L'INTERVISTA - L'arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi e vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, alla vigilia della colletta per l'Obolo di San Pietro, che arriva nel pieno dello scandalo finanziario: "I fedeli si fidino, conosciamo il cuore di Bergoglio per i poveri, i migranti e le persone abbandonate. Il mondo chiede alla Chiesa che l'uso del denaro sia fatto con grande oculatezza e direi severità quanto alle persone che lo amministrano"

“Sesso e denaro nella Chiesa suscitano scandalo. È necessaria una purificazione da queste tentazioni. Sono cose che non possono più accadere”. Ne è convinto l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi e vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti. Il 4 ottobre, nella festa di San Francesco d’Assisi, in tutte le chiese cattoliche del mondo si svolgerà la colletta per l’Obolo di San Pietro, rimandata dal 29 giugno a seguito della pandemia. Una raccolta che di solito registra alcuni milioni di euro, ma che quest’anno avviene mentre il Vaticano è travolto dagli scandali finanziari. L’ultimo ha visto protagonista il cardinale Angelo Becciu, ex prefetto della Congregazione delle cause dei santi, che è stato licenziato da Papa Francesco e al quale sono stati anche tolti i diritti connessi al cardinalato.

Eccellenza, domenica prossima si terrà la colletta per la carità del Papa. Ma la gente è turbata perché legge che quei soldi non sono utilizzati per aiutare i poveri, ma per fare investimenti speculativi nei paradisi fiscali, acquistare palazzi lussuosi e dare soldi ai fratelli. Come farete a chiedere le offerte ai fedeli?
Non c’è dubbio che quest’anno la colletta per la carità del Papa si svolge in un momento davvero difficile e complicato. Aggiungo che tre domeniche di settembre e due di ottobre sono state indicate dalla Cei come collette obbligatorie. Parlando coi sacerdoti, mi hanno detto che cinque domeniche di collette obbligatorie sono un po’ pesanti nel momento in cui nelle parrocchie i numeri sono ancora contingentati. E tra queste cinque domeniche c’è anche quella della carità del Papa. Da un lato sappiamo che chi sbaglia nelle questioni economiche sono anche persone molto vicine a Francesco, come nel caso del cardinale Becciu. Dall’altro, però, il gesto del Papa di essere così severo con chi sbaglia nel cattivo uso del denaro è un intervento che va a suo favore. Bergoglio, infatti, non ha fatto silenzio, non ha steso un velo pietoso. Poi lasciamo che la verità, come sempre, venga a galla e si sappia chi ha sbagliato. Per me è stata inopportuna la conferenza stampa del cardinale Becciu perché può accadere che nella Chiesa tanti vescovi e preti, nel passato come nel presente, ricevano dei rimproveri, anche abbastanza duri. Però non è che tutti facciano una conferenza stampa subito dopo. Si accetta in silenzio e se uno ha la coscienza a posto la verità, prima o dopo, verrà fuori.

Quindi i fedeli dovrebbero ancora fidarsi?
Sì, nonostante tutto, poiché abbiamo visto e conosciamo il cuore del Papa per i poveri, i migranti e le persone abbandonate. Noi sappiamo bene qual è il suo personale impegno attraverso anche il suo elemosiniere, il cardinale Krajewski, e tante altre sue iniziative che probabilmente noi non conosciamo. Per questo credo che anche quest’anno la nostra fiducia di cattolici non deve comunque venire meno. Certo non è facile, lo sottolineo, andare a chiedere soldi ai fedeli. Però è la carità del Papa. Qualcuno intorno a lui ha sbagliato. Pazienza. È dell’animo umano sbagliare, se ovviamente in questo caso il cardinale Becciu ha sbagliato lui o chi per lui. Però allarghiamo lo sguardo e vediamo comunque che la carità del Papa va a buon fine. Il mio auspicio è che su questo denaro ci sia una vigilanza veramente scrupolosa. Queste cose non possono più accadere.

Questo si ripete ogni volta che ci sono degli scandali nella Chiesa, ma poi sembra che non cambi mai nulla. È così?
Ho sottolineato nell’omelia di domenica scorsa, in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli che ha speso la sua vita per i poveri, che apparentemente il mondo sembra disinteressarsi delle nostre cose. E invece no. Il mondo vuole, l’opinione pubblica vuole, anche chi non crede molto, che ci sia davvero questa trasparenza. Sesso e denaro nella chiesa suscitano scandalo. Ovviamente il loro cattivo uso o anche le deviazioni, le perversioni suscitano un dibattito nel mondo. Il mondo chiede alla Chiesa che l’uso del denaro sia fatto con grande oculatezza e direi severità quanto alle persone a cui poi viene affidato il compito di amministrarlo. Sono del parere che come credenti, per quel possiamo anche in questo momento difficile per molti, è bello non far mancare al Papa la nostra solidarietà. Così, anche col nostro aiuto, lui potrà continuare a far giungere un sostegno concreto ai più bisognosi. La carità del Papa va comunque vissuta, promossa. I fedeli vanno informati e come sempre sapranno essere generosi. Ne sono certo.

Eppure qualche parroco ha già annunciato che domenica non dirà nulla ai fedeli sulla giornata per la carità del Papa limitandosi a raccogliere le offerte. Si teme che pubblicizzando l’iniziativa la gente non dia più i soldi. Cosa risponde?
Andrei cauto con queste affermazioni. Perché devo nascondere alla gente che si parla della carità di Papa Francesco? Quello che noi dobbiamo chiedere a Bergoglio, che lo sta già facendo, e alle istituzioni del Vaticano è di dare non il buon esempio, ma il massimo del buon esempio per non tradire la fiducia dei fedeli che danno generosamente le loro offerte per i poveri. Perché domenica prossima non devo dire alla messa che oggi è la giornata della carità del Papa? Bisogna affrontare con coraggio queste cose e non essere omertosi. Questo uomo di Chiesa se ha sbagliato lo ha fatto come tanti altri uomini di Chiesa che hanno sbagliato e sbagliano per quanto riguarda il denaro. Questi fatti scandalosi devono essere un monito per camminare ancora di più sulla strada della purificazione della Chiesa che è sempre santa e peccatrice. Facciamo anche un discorso di solidarietà. Qui c’è un fratello, anzi dei fratelli, che sbagliano. Restituiscano alla giustizia quello che hanno tolto, ma ciò sia un monito a tutta la Chiesa per procedere spedita verso la purificazione da queste tentazioni. Quella del denaro e del suo cattivo uso è una delle tentazioni dalle quali il Signore ci ha messo in guardia. Per cui la carità del Papa va sostenuta.

Twitter:@FrancescoGrana