Cronaca

Il dossier del Lazio sui rientri dalla Sardegna: “Il 59% aveva sintomi ma è riuscito a partire”. Solinas replica: “Il virus ce l’hanno portato”

L'assessore D’Amato: "Il 59% aveva già sintomi ma è riuscito a partire lo stesso dall'isola". La Regione si attrezza per testare i vacanzieri che rientrano: a Fiumicino partito il drive-in h24 per i tamponi rapidi. A Civitavecchia lunghe code allo sbarco dei traghetti da Olbia

“La Sardegna non collabora? Acqua passata. Andiamo avanti da soli”. Alessio D’Amato allarga le braccia, Nicola Zingaretti cerca di non prendere posizione. Ma l’Isola è un problema per il Lazio, visto che ad agosto è pesata per il 34% sui contagi da Sars-Cov-2 registrati dalla regione capitolina. Anche se “si tratta di una incidenza bassa e sono dati che non ci preoccupano”, dicono dalla Regione. Il fronte di scontro più scottante riguarda però il fatto che il 59% di quanti avevano un “link epidemiologico” con la Sardegna e sono risultati positivi al test in Lazio avevano già “tosse, febbre o bruciore agli occhi”, ha detto D’Amato al Messaggero. Insomma: sarebbero partiti dall’isola con sintomi tali per cui avrebbero dovuto essere fermati.

Test drive-in h24 a Fiumicino – A Roma e dintorni si sta lavorando per testare i vacanzieri romani e quelli di tutta Italia che rientrano dalla Sardegna, per il 28% dei casi in aereo a Fiumicino e per il 70% in traghetto al porto di Civitavecchia. Al ‘da Vinci’ la situazione pare essere sotto controllo, con l’avvio ieri pomeriggio del drive-in h24 che servirà a fare i cosiddetti tamponi rapidi anche – in via del tutto volontaria – a chi torna dalla Sardegna. Ancora caos a Civitavecchia, invece: lo sbarco dai traghetti da Olbia è caratterizzato da lunghe file e attese fino alle 3 del mattino. E da oggi si potrà “volontariamente” sottoporsi anche ai test all’imbarco per chi è diretto sull’Isola.

Il dossier Lazio e la replica di Solinas: “Qui il virus non c’era” – Il problema è che il governatore sardo, Christian Solinas, si rifiuta di autorizzare i tamponi in partenza, come richiesto più volte dall’assessore laziale alla Salute, D’Amato. E, anzi, risponde per le rime a Roma, affermando che “sull’Isola il virus non c’era, ce l’hanno portato”, e ricordando che “fino a luglio la Sardegna aveva 0,3 di sieroprevalenza, un dato certificato dallo stesso ministero della Salute”. Per convincerlo, l’unità di crisi laziale ha anche redatto un mini-dossier di 4 slide che ha inviato al ministro della Salute, Roberto Speranza, dove si evidenzia l’impatto dell’epidemia Covid presente sull’Isola sui dirimpettai laziali: sui 2.233 casi confermati con data del tampone tra il 1 e il 28 agosto (età mediana 29 anni) ben 764 casi hanno un link epidemiologico con la Sardegna. Ma per ora il ministero tace.

E pensare che in sintonia con il Lazio adesso c’è anche il Veneto del leghista Zaia – il Carroccio è l’azionista di maggioranza della coalizione regionale che sostiene Solinas. Il presidente veneto durante il bollettino odierno ha ribadito che “abbiamo evidenza di contagi dalla Sardegna”. D’altronde, sull’Isola il 1 settembre si sono fatti appena 1.749 tamponi, un sesto di quelli registrati nel Lazio (10.070) nelle stesse 24 ore. Troppo poco. La situazione ha creato bagarre in consiglio regionale a Oristano. Per il Partito d’Azione si tratta di una “accuse vergognose per screditare questa terra” e addirittura il centrodestra ha presentato un ordine del giorno per “tutelare l’immagine della Sardegna”, cosa che ha posto sul piede di guerra il Partito democratico.

Verso l’ordinanza per testare chi arriva dalla Francia – Il tema dei vacanzieri e dei rientri dall’estero è uno dei dossier più caldi – dopo quello della scuola – sul tavolo dell’unità di crisi laziale. Che per motivi strategici influenza poi le decisioni prese a livello nazionale. A quanto spiegato da D’Amato a margine della presentazione del drive-in di Fiumicino, a breve dovrebbe arrivare una nuova ordinanza nazionale che introduce l’obbligatorietà del tampone per chi rientra dalla Francia. Lo stato transalpino andrebbe così ad aggiungersi alla lista di quattro paesi – Spagna, Croazia, Malta e Grecia – già attenzionati. “È un provvedimento che auspico, so che il ministero ci sta lavorando e potrebbe essere in dirittura di arrivo”. Dall’altra parte, si continua a lavorare sui programmi di “reciprocità” e sui cosiddetti “tamponi in partenza” a Fiumicino. Dopo la prima sperimentazione sulla tratta aerea Roma-Milano (ormai poco frequentata), a quanto spiegato da D’Amato il primo accordo internazionale dovrebbe essere sottoscritto con gli Usa per i voli Roma-New York; allo stesso modo si sta lavorando con Spagna, Francia e Germania. Un modo, secondo l’assessore laziale di “rilanciare il turismo e quindi la nostra economia non rinunciando alla sicurezza”.

Drive-in a Fiumicino: 500 persone testate in un giorno – Come detto, a Roma e nel Lazio si allarga la fornitura di test rapidi. I “tamponi veloci”, con risultati entro 30 minuti, verranno somministrati in breve tempo in tutti i 22 punti drive-in del territorio regionale, così come al ‘Da Vinci’, dove chi rientra può recarsi nei pressi del ‘Parcheggio Lunga Sosta’ e attendere in auto il risultato del test. In 24 ore, i sanitari laziali hanno accertato un solo caso di positività, sebbene con una carica virale molto bassa (e’ atteso l’esito del tampone da laboratorio”. “Gli italiani vogliono e devono tornare a vivere”, ha commentato il governatore Zingaretti.