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Brasile, medici e infermieri denunciano Bolsonaro alla Corte penale internazionale: “Colpevole di genocidio”

Al tribunale dell'Aja arriva la denuncia della rete sindacale UniSaude, che rappresenta quasi un milione di operatori sanitari in 18 Stati del Paese, epicentro della pandemia nelle Americhe con gli Stati Uniti. "Serve indagine per impedire che una parte dei 210 milioni (di brasiliani) subisca le conseguenze degli atti irresponsabili del presidente"

Sessantaquattro pagine in cui sostengono che il presidente ha ignorato le raccomandazioni dei suoi ex ministri della Salute e violato i protocolli per prevenire il contagio. La rete sindacale UniSaude, che rappresenta quasi un milione di medici, infermieri e operatori sanitari di 18 stati del Brasile – in tutto sono 26 – e di Brasilia, ha deciso di denunciare Jair Bolsonaro alla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini contro l’umanità e genocidio a seguito della sua politica contro il coronavirus. Una gestione che ha portato il Paese sudamericano a essere uno dei principali focolai al mondo dietro agli Stati Uniti, con oltre 2,4 milioni di contagi e più di 87mila morti. Lo Stato di San Paolo, dove lo scorso 26 febbraio è stato segnalato il primo caso dell’Americana Latina, è quello maggiormente colpito in Brasile con 21.606 morti, secondo Rio de Janeiro con 12.835 decessi.

“L’omissione del governo definisce un crimine contro l’umanità e genocidio (…) è urgente avviare una procedura investigativa dinanzi alla Cpi per impedire che una parte dei 210 milioni (di brasiliani) subisca le conseguenze degli atti irresponsabili del presidente“, sostiene la denuncia presentata domenica col supporto di entità internazionali come la federazione sindacale Uni Americas. Bolsonaro ha dimostrato “disprezzo e negazionismo” di fronte a Covid-19, portando alla “diffusione” della malattia insieme allo “strangolamento totale dei servizi sanitari”, afferma il documento presentato al tribunale dell’Aja. Ad aprile Bolsonaro ha rimosso dal suo incarico il ministro Luiz Henrique Mandetta e a maggio il suo successore, Nelson Teich, che sostenevano la necessità di una qualche forma di isolamento sociale e hanno messo in dubbio la prescrizione dell’idrossiclorochina contro la malattia. Oggi il ministero della Salute è retto da Eduardo Pazuello, militare senza alcuna esperienza in ambito sanitario, al quale di recente ha rinnovato la sua fiducia.

La denuncia di UniSaude segue quella presentata ad aprile dell’Associazione brasiliana giuristi per la democrazia (Abjd): anche in questo caso Bolsonaro era ritenuto responsabile di crimini contro l’umanità a causa dalla sua risposta alla pandemia, perché aveva esposto “la vita dei cittadini brasiliani a rischio attraverso azioni concrete che hanno stimolato il contagio e la proliferazione del virus”.