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Regeni, Di Maio sulla vendita di armi all’Egitto: “Autorizzazione ora è solo per negoziare. Dinamiche commerciali? Non c’è regia governo”

Durante l’audizione in Commissione d’inchiesta parlamentare sull’omicidio del ricercatore Giulio Regeni, al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio vengono poste diverse domande sull’export di armi dall’Italia all’Egitto e sulla sua crescita rispetto al 2016. “Ci sono due fasi nell’esportazione degli armamenti: l’autorizzazione a negoziare e l’autorizzazione all’esportazione – spiega Di Maio – Sulla vicende delle due fregate Fremm noi siamo nella fase in cui il governo ha dato l’autorizzazione a negoziare che porterà alla firma di un contratto. Dopo la firma del contratto alla Uama (l’organo tecnico del Ministero degli Esteri che valuta e autorizza la vendita degli armamenti all’estero, ndr), la società privata che ha firmato il contratto esprime la volontà di esportare e la Uama decide. Qui – sottolinea – non c’è stata una regia dello Stato o del governo nell’incentivare rapporti commerciali – ma solo – una dinamica commerciale legate ad’azienda privata (Fincantieri, ndr)”.
Di Maio poi ricorda come “da molto tempo in Parlamento si discute di riformare la legge sugli armamenti – ed il Ministro degli Esteri auspica che la legge 185/90 – venga riformata”. Il titolare degli Esteri afferma che “tutti i rapporti commerciali con l’Egitto sono stati depotenziati, nonostante l’interesse strategico del nostro Paese a dialogare con uno Stato che ha una forte influenza anche in Libia”.E sulla correlazione con la ricerca della verità sulla morte di Regeni, continua: “Ho i miei dubbi che la vendita di questi prodotti si possa intendere come un favore all’Egitto. Io non credo che la vendita o meno possa essere una leva per giungere alla verità su Giulio Regeni”.