Cronaca

Coronavirus, gli Usa lasciano l’Oms ma gli errori di Trump parlano chiaro

Donald Trump, dopo aver a lungo minacciato di ritirare i finanziamenti all’Oms, ha formalmente notificato al Congresso e all’Onu l’uscita degli Stati Uniti dall’organizzazione stessa. La decisione entrerà in vigore il 6 luglio 2021 e ha già scatenato polemiche. In un mondo profondamente interconnesso, colpito da gravi problemi di salute globale (come il Covid-19 e il cambiamento climatico) che vanno ben oltre i confini geografici, la decisione appare irresponsabile e scellerata. Vediamone però i dettagli.

In un recente post ho analizzato i principali errori dell’Oms nella gestione della pandemia Covid-19:

a) ritardi nel riconoscere la trasmissione da persona a persona e nel dichiarare l’emergenza sanitaria internazionale;

b) aver sconsigliato l’applicazione di restrizioni di viaggio;

c) aver sconsigliato l’uso di mascherine nella popolazione generale;

d) aver sottovalutato l’importanza degli asintomatici e aver sconsigliato l’uso dei tamponi in soggetti asintomatici.

Quali sono invece le accuse di Trump? Il Presidente degli Stati Uniti accusa l’Oms di aver aiutato la Cina a nascondere le informazioni sulle origini del virus. Secondo Trump, il coronavirus è stato sviluppato artificialmente in un laboratorio di Wuhan all’interno di un programma di biowarfare. Esiste alcuna evidenza a sostegno di tali accuse? “Esattamente zero,” come spiega Kristian Andersen, professore del Dipartimento di Immunologia e Microbiologia dello Scripps Research Institute in California, in una lettera pubblicata su Nature Medicine.

Ricordiamo che Trump non è nuovo alle bugie, specie contro nemici geopolitici. In passato, ha affermato che il cambiamento climatico non è altro che una bufala dei cinesi finalizzata a ottenere vantaggi competitivi nel settore manifatturiero internazionale. Dopo lo scoppio dell’epidemia, assieme a Zhao Lijian, Matteo Salvini, Jair Bolsonaro e Subramanian Swamy, è finito ai primi posti della classifica mondiale delle bufale sul coronavirus creata dalla Bbc.

Trump e i suoi sostenitori hanno inoltre accusato l’Oms di ritardi nella comunicazione e azione di contenimento del virus. Il 19 marzo spiegava: “Sarebbe stato molto, molto meglio se avessimo saputo del virus qualche mese fa.” Nonostante l’Oms abbia dichiarato, a metà gennaio, che non esistevano prove certe della trasmissione Covid-19 da persona a persona, e abbia ritardato la dichiarazione dell’emergenza sanitaria internazionale, tali ritardi sono stati di due e una settimana rispettivamente. Si tratta di un periodo in cui i pochissimi che avevano davvero capito la natura del problema – ad esempio Andrea Crisanti faceva ordinare una macchina per reagenti il 20 gennaio – venivano accusati di allarmismo.

Ricordate le dichiarazioni dei virologi più visti in tv durante quei mesi? La maggior parte paragonava il Covid-19 a una normale o “simil-” influenza. Trump stesso, prima di identificare l’Oms come capro espiatorio dei suoi fallimenti politico-sanitari, affermava: “Lo abbiamo in pratica sconfitto, arrivava dalla Cina (2 febbraio)”; “Le persone che hanno contratto il virus stanno meglio, stanno tutti meglio (25 febbraio)”; “Un giorno sparirà, come un miracolo, il virus sparirà e starete tutti bene (27 febbraio)”; “Tutto sta funzionando, ci aspettiamo molte buone cose (10 marzo)”; “Andrà bene, staremo tutti bene (15 marzo)”.

E’ singolare come Trump non abbia criticato l’Oms per gli errori più gravi come non aver raccomandato l’uso di mascherine per tutti, aver sempre insistito che la percentuale d’infezioni asintomatiche è molto bassa, oltre ad aver sconsigliato l’uso di tamponi per i casi asintomatici. Il motivo è molto semplice: Trump ha sempre ignorato sistematicamente gli scienziati, la scienza, i fatti, i dati epidemiologici e qualsiasi evidenza scientifica sull’efficacia delle politiche di contenimento della pandemia come la strategia delle 4T – Testing, Tracing, Treating, Timely.

Gli errori dell’Oms impallidiscono a confronto degli orrori (calcolabili in decine di migliaia di decessi) e bugie di Trump. Gli Stati Uniti, nonostante le migliori Schools of Public Health al mondo, hanno fallito miseramente il compito di proteggere i propri cittadini dagli effetti del Covid-19. L’evidenza parla chiaro: quasi tre milioni di casi e oltre 130mila morti.

Invece di cercare capri espiatori, Trump farebbe meglio a incolpare se stesso per i propri orrori. E dimettersi. Certamente, ci si aspetterebbe un passo indietro anche dai leader dell’Oms per i loro errori.

Fonte: https://ourworldindata.org/