Calcio

Icardi-Inter, lasciarsi e non mancarsi: forse i nerazzurri perdono 30 milioni di euro ma la credibilità non ha prezzo

FATTO FOOTBALL CLUB - Nella telenovela dell'attaccante argentino, il club nerazzurro ha voluto dimostrare la superiorità del gruppo rispetto al singolo, ricostruire l’immagine di una società forte dopo anni di figuracce e debolezze dirigenziali: era questo l’obiettivo di Marotta, al di là dei 30 milioni in più che (forse) avrebbe potuto incassare

S’erano tanto amati. È finita nella maniera più triste, e forse meno dolorosa. Una separazione prolungata e per questo alla fine neppure traumatica, un addio a distanza, di quando ci si lascia semplicemente con un messaggio perché tanto non c’era più niente da dirsi. L’Inter ha venduto Mauro Icardi: l’argentino si trasferisce al Paris Saint-Germain (dove era già in prestito) per una cifra vicina ai 60 milioni di euro, chissà quanto a titolo davvero definitivo perché non è che in Francia morissero dalla voglia di trattenerlo e le vie del mercato, si sa, sono infinite. Di sicuro a Milano non c’era più posto per lui.

C’è stato un momento, anche piuttosto lungo, in cui Mauro Icardi era simbolo dell’Inter. Bandiera e capitano. Non solo per modo di dire o fascia il braccio, l’attaccamento era sincero. Con quella maglia è diventato uno dei centravanti più forti al mondo, che però si è ritrovato a giocare probabilmente nell’Inter peggiore della storia. Avrebbe potuto andar via molto prima, quando era lui all’apice del successo: non l’ha fatto e di questo gli andrà dato atto. Se ne va ora che l’Inter sembra avere un futuro più o meno luminoso davanti e invece la parabola della carriera dell’argentino non si capisce a che punto sia. Non c’è ingratitudine, solo amore finito.

Cosa sia successo a cavallo tra il 2018 e il 2019, quando l’attaccante fu destituito dal ruolo di capitano, finendo praticamente fuori rosa per settimane e poi tornando in campo come l’ombra di se stesso, non è il caso di riepilogarlo, anche perché non l’abbiamo mai capito per davvero. Se la rottura sia stata più con l’allenatore Luciano Spalletti, lo spogliatoio o la società, quanto abbiano pesato le intemerate social della moglie-procuratrice-showgirl Wanda Nara, quanto le bizze contrattuali e quanto gli abboccamenti di mercato con i rivali della Juventus. È tutto avvolto in una nebulosa, su cui nessuno dei diretti interessati ha mai fatto veramente chiarezza. A questo punto non serve nemmeno. Meglio soffermarsi sulle implicazioni e le conseguenze di questa cessione.

L’Inter si priva di quello che fino a un anno fa era il suo migliore, se non unico, campione. Oggi non è più così, dopo l’arrivo di Lukaku e l’esplosione di Lautaro (accostato al Barcellona, quella sì che sarebbe una grave perdita). Dunque dal punto di vista tecnico la cessione è praticamente indolore. Da quello finanziario è un’altra storia. I 60 milioni che sborserà il Psg sono tutti plusvalenza, dunque per il bilancio sarà comunque un toccasana. Certo, è impossibile dimenticare che fino a un paio d’anni fa Icardi aveva una clausola rescissoria di 110 milioni di euro che le big d’Europa sembravano disposte ad avvicinare. Ed è questa la critica che viene mossa all’Inter e a Marotta: mettendolo fuori rosa e dovendo venderlo ad ogni costo, il club ha perso almeno 30 milioni.

Nessuno potrà confermarlo o smentirlo: quelli sono soldi virtuali, i 60 milioni che incassa oggi l’Inter sono reali. Di mezzo poi c’è stato il Covid, il cui impatto sulle valutazioni dei cartellini è tutto da verificare: chissà quanti giocatori saranno venduti quest’estate ad una cifra superiore. Ma il punto è un altro. Nella telenovela Icardi, l’Inter ha voluto dimostrare la superiorità del gruppo rispetto al singolo, ricostruire l’immagine di una società forte dopo anni di figuracce e debolezze dirigenziali. Era questo l’obiettivo di Marotta, che sapeva di mettersi in una posizione molto scomoda, in cui rischiava di svalutare il suo principale capitale e magari regalarlo pure agli odiati rivali della Juventus (i tifosi nerazzurri non gliel’avrebbero mai perdonato).

Marotta ha rischiato, ma oggi può dire di aver vinto la sua sfida: Icardi è stato venduto a una cifra accettabile, e la clausola anti-Juve (15 milioni in più in caso di cessione ai bianconeri) non esclude del tutto ma sicuramente complica il suo possibile ritorno in Italia da avversario. È vero, forse l’Inter ha sacrificato un pezzo del valore di Icardi, ma ha riacquistato credibilità, e quella non ha prezzo. Non fatevi ingannare dall’ultimo anno da incubo: Icardi è ancora un grande attaccante, se tornerà a segnare a raffica, sarà rivenduto a cifre folli o finirà davvero alla Juventus, all’Inter un giorno forse potrà anche mancare. Ma comunque vada a Milano non lo rimpiangerà nessuno.

Twitter: @lVendemiale