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Parlamento Ue, Orban rifiuta l’invito di Sassoli a riferire sulle misure in Ungheria durante l’emergenza. “Le mie forze consumate”

Il Presidente dell'Eurocamera aveva invitato il premier ungherese a riferire in plenaria rispetto alle misure di contrasto adottate e al loro impatto sulla democrazia, visto che ha ottenuto pieni poteri da Budapest. Ma lui ha declinato l'invito. I Socialisti: "Ppe espella Fidesz"

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli lo aveva invitato all’Eurocamera per discutere alla plenaria giovedì 14 alle ore 9 delle misure di emergenza Covid-19 approvate in Ungheria e il loro impatto sulla democrazia, in relazione al recente aumento dei poteri del governo nel quadro delle misure relative alla pandemia. Ma il premier ungherese Viktor Orban declina l’invito perché “oggi la lotta contro l’epidemia consuma tutta la mia energia e la mia forza“, rilanciando poi la proposta di far intervenire la ministra della Giustizia al dibattito. Judith Varga aveva infatti inviato la richiesta di partecipare in remoto al dibattito “per esprimere il punto di vista del governo”.

La reazione del premier ungherese ha suscitato lo sdegno della famiglia dei Socialisti, che chiede ai Popolari di espellere da loro gruppo il partito di Orban, attualmente sospeso. “Per due anni, il deterioramento dello stato di diritto in Ungheria è solo peggiorato – ha detto la presidente dei Socialisti Iratxe Garcia Perez -. È arrivato il momento per il Ppe di espellere Fidesz. C’è un paese all’interno dell’Ue che non è più una democrazia. Questo è inaccettabile”. Saputo del no di Orban, Roberto Cuillo, il portavoce di Sassoli, ha dichiarato che “la sua risposta è chiara” e che “per noi la questione si chiude qui”, specificando di non avere “nessun pregiudizio nei suoi confronti” e di avergli “chiesto la disponibilità a venire in Aula per spiegare il suo punto di vista, sulla base della prassi consolidata del Parlamento“.

La risoluzione del Parlamento Ue – A fine marzo Orban ha ottenuto da Budapest pieni poteri per gestire a tempo indeterminato l’emergenza Covid: una decisione che ha fatto insorgere 14 Stati membri, mentre il Parlamento europeo aveva chiesto esplicitamente alla Commissione come intendesse muoversi. Nella sua risoluzione del 17 aprile, l’Eurocamera aveva sottolineato che tutte le misure relative a Covid “devono essere in linea con lo stato di diritto, strettamente proporzionate […], chiaramente collegate alla crisi sanitaria in corso, limitate nel tempo e sottoposte a controlli regolari”. Osservazioni che andavano in senso opposto rispetto alle decisioni prese dal Parlamento ungherese di prolungare lo stato di emergenza a tempo indeterminato, di autorizzare il governo a governare per decreto, e di indebolire il potere di controllo del Parlamento, che per la risoluzione sono “totalmente incompatibili con i valori europei”.

La lettera di Sassoli – “Le sarei grato se prendesse parte al dibattito in emiciclo“, ha scritto in una lettera al premier magiaro il presidente del Parlamento europeo precisando che “la pratica per tale tipo di dibattito richiede come adeguato livello di partecipazione la presenza dei capi di Stato o di governo” e che “a seguito della recente decisione della Conferenza dei presidenti non è possibile una presenza da remoto, malgrado le attuali ed eccezionali circostanze”, per i dibattiti in aula. Sassoli ricordava poi nella lettera di avere ricevuto da Budapest la richiesta del ministro della Giustizia ungherese Judith Varga di partecipare al dibattito”.