Cronaca

Fase 2, a Milano la ciclabile rivoluziona corso Buenos Aires. “Bici amica dello shopping”. Ma i commercianti: “Così code infinite”

Corso Buenos Aires è una delle arterie più importanti di Milano, conosciuta anche all’estero per essere una delle strade dello shopping. Qui tra meno di un mese dovrebbe nascere la pista ciclabile che collegherà il centro con la periferia Nord. Un progetto che fa parte dei 35 nuovi chilometri di piste ciclabili volute dall’amministrazione in vista della fase due di contenimento dell’epidemia, che prevede tra le altre cose l’impulso alla mobilità in bicicletta. L’obiettivo, per Palazzo Marino, è quello di “contenere il numero di auto in circolazione” e “incentivare la ciclabilità quale mezzo alternativo all’automobile e al trasporto pubblico”.

Ma in attesa della partenza dei lavori in corso Buenos Aires, i commercianti della zona promettono battaglia: “Non siamo contro le ciclabili, ma questo è un progetto lunare – spiega il presidente di Ascobaires – Confcommercio Milano, Gabriele Meghnagi – si toglierebbe una carreggiata su due creando code interminabili con furgoni che devono scaricare e i mezzi di soccorso non riusciranno ad arrivare”. Il timore dei commercianti riguarda anche la possibile perdita degli affari: “Abbiamo già perso fatturato a causa della pandemia – spiega Meghnagi – non posso immaginare lo shopping in bicicletta, si immagini uno in bicicletta che compra un trolley o un cappotto”.

Una posizione non condivisa dall’architetto della mobilità Valerio Montieri, consigliere della Federazione Italiana Amici della Bicicletta e residente nella zona: “In questo modo si aumenta la possibilità di fruizione in sicurezza della strada”. In altre parti d’Europa, secondo il consigliere della Fiab accade proprio questo: “Dobbiamo sfatare il mito del ciclista che non spende. La bici è amica del commercio. Diversi studi in tutta Europa lo dimostrano. Basta pensare che un parcheggio auto può ospitare dieci biciclette e dunque dieci possibili clienti”. Camminando per il corso ci si imbatte in uno storico negozio di ottica gestito dalla signora Cristina, anche lei contraria alla pista e teme una ricaduta di affari per il suo negozio: “Corso Buenos Aires è psicologicamente nella testa dei milanesi concepita come un’arteria percorsa dalle macchina, una direttrice che ingloba il traffico che vogliono venire a fare shopping a Milano”.

Ma il corso non è solo un’arteria commerciale, ma secondo la Fiab è uno degli assi più utilizzati dai ciclisti per lavoro con una media di “5mila passaggi al giorno”. Tra questi c’è anche Sergio, operaio di 40 anni: “La uso tutti i giorni al mattino e alla sera per andare a lavorare, ma è pericoloso a causa delle auto in doppia fila. Una pista qui sarebbe perfetta”. Dello stesso parere è anche Andrea Painini, presidente di Confesercenti Milano, una delle poche voci fuori dal coro tra i rappresentanti dei commercianti. “Corso Buenos Aires era diventata un highway trafficata in mezzo alla città – conclude Painini – vediamo di buon occhio la sua trasformazione e la pista ciclabile può essere la ricetta per vivere al meglio