Politica

Coronavirus, “una commissione d’indagine in Piemonte”. La richiesta dell’opposizione

L'iniziativa è scattata dopo le dichiarazioni di Luigi Genesio Icardi che in una intervista ha neganto errori e problemi nella gestione dell'ermegenza

Una commissione d’indagine sull’emergenza Covid-19 in Piemonte. La chiedono da mercoledì le opposizioni, soprattutto dopo le dichiarazioni che l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi (nella foto), ha rilanciato a La Stampa negando errori e problemi e attaccando i suoi critici: sindacati, minoranze del consiglio regionale e gli esperti della task force. “Errori? Mi chiedo quali”, ha risposto l’assessore leghista nel corso di un’intervista pubblicata sulle edizioni locali del Piemonte, un’intervista che non è stata gradita neanche dal presidente Alberto Cirio che sempre ieri, nel corso di una riunione coi capigruppo del consiglio regionale, ha giudicato poco opportune e poco istituzionali quelle dichiarazioni.

Al quotidiano torinese Icardi si è detto allarmato dall’inizio della fase 2 in questo momento delicato per il Piemonte, ma nega qualsiasi difficoltà. Per le mascherine “non ci sono problemi”, mentre se i camici mancano è colpa di Roma. L’ex sindaco di Santo Stefano Belbo, finito nel mirino di medici e infermieri per l’assenza di dispositivi di protezione individuale, di test e di tamponi, ha giudicato le critiche “un’iniziativa strumentale del sindacato, davvero ingiustificata”. Gli errori rilevati dalla task force dell’ex ministro Ferruccio Fazio e dall’esperto Paolo Vineis, epidemiologo ambientale dell’Imperial College di Londra, sono invece “un’enorme sciocchezza”. “Assisto a uno sciacallaggio politico da una parte di una sinistra non stento a definire becera e a uno scaricabile senza precedenti”, ha detto per poi negare ogni responsabilità: lui non decide niente perché spetta a un commissario. “La mia è una condanna che ha come paragone solo il 41 bis”, aggiunge.

“Bisogna veramente essere senza vergogna o in preda al delirio”, ha commentato il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, secondo il quale l’assessore dà l’impressione di voler lasciare l’incarico: “Lo faccia e si dimetta”. Grimaldi ricorda la “strage annunciata nelle Rsa, con un mese senza provvedimenti e poi una delibera fantasma che appare e scompare producendo effetti gravissimi”. Si tratta della delibera del 20 marzo con cui si autorizzava il ricovero nelle Rsa degli anziani contagiati a certe condizioni, una delibera tenuta nascosta e poi modificata. Alla prima seduta utile del Consiglio regionale Grimaldi presenterà la richiesta di istituire una commissione d’indagine, una richiesta avanzata anche da due consiglieri del Pd, Daniele Valle e Domenico Rossi e su cui il Movimento 5 Stelle potrebbe convergere, a una condizione: “A patto che si vada indietro fino almeno al 2005 – spiega Francesca Frediani, consigliera pentastellata -, perché altrimenti si rischia di giustificare tutto con i tagli. Bisogna inquadrare bene la situazione attuale studiando la trasformazione del sistema sanitario”. E quindi bisognerebbe partire da quanto è cominciato quindici anni fa sotto la legislatura di Mercedes Bresso, attraversa l’era Cota e poi quella di Chiamparino.

Tornando invece all’intervista, il capogruppo dei democratici al consiglio regionale, Domenico Rivetti, è rimasto impressionato dalle tante critiche di Icardi a Fazio e al professor Vineis, “uno dei maggiori esperti internazionali nel campo della virologia, chiamato ad aiutare dallo stesso assessore il Piemonte”. Il dem si domanda cosa stia succedendo “sulla plancia di comando della sanità regionale”. “Eravamo convinti fossero decisioni prese da lui in quanto assessore alla Sanità della Regione”, commentano sarcastici i Cinque stelle riferendosi a un aspetto: Icardi ha detto di non avere potere sulla gestione dell’emergenza perché è in mano a un commissario. “Chiediamo chiarezza su queste dichiarazioni – proseguono i grillini -, perché non possiamo immaginare che possano esserci attriti e contrasti tra giunta e Unità di crisi tali da mettere a rischio l’incolumità dei cittadini”.