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Lavoratori stranieri, Bellanova: “Regolarizzarli o lascio”. M5s frena: “No a sanatoria”. Grasso: “Stupito dai 5 stelle, è intervento contro illegalità”

Le regolarizzazioni sono uno dei nodi al centro della trattativa nella maggioranza. Italia Viva e M5s su posizioni opposte. La ministra renziana spinge, Ii capo politico 5 stelle: "Emersione del lavoro nero e lotta al caporalato sono nostri cavalli di battaglia, ma no a sanatoria modello Maroni". La titolare del Viminale Lamorgese prova a fare sintesi: "La misura riguarda anche tanti italiani oltre che gli stranieri"

L’ipotesi di regolarizzare i lavoratori stranieri divide la maggioranza. Italia viva ne ha fatto una battaglia di principio, tanto da ipotizzare di uscire dal governo se non fossero ascoltati. Pd e Leu sono d’accordo sul tema, anche se con sfumature diverse. Per i 5 stelle è un problema: temono che le campagne della Lega la facciano passare come “una sanatoria” e il gruppo, come sempre quando si parla di stranieri, è spaccato. Oggi le divisioni sono emerse dopo che la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova (Iv), promotrice della proposta, è arrivata a dire a Radio anch’io di essere pronta a valutare le dimissioni se non dovesse passare la regolarizzazione. Poco dopo il capo politico M5s Vito Crimi, intervistato da Radio24, ha confermato le perplessità dei suoi: “Massima disponibilità all’emersione del lavoro nero, ma non accetto che vengano dati permessi di soggiorno temporaneo” o “una sanatoria modello Maroni“. Da qui la proposta di far lavorare “chi percepisce misure di sostegno, come reddito di cittadinanza e Naspi”. Ma non tutti nei 5 stelle la pensano come Crimi. Il senatore di Leu Pietro Grasso si è quindi rivolto proprio al M5s: “Sono stupito dalla loro posizione”, ha scritto su Facebook. “La misura è un intervento contro l’illegalità”.

Il nodo è centrale e la trattativa per farlo entrare nel prossimo decreto maggio è appena iniziata. Dopo un vertice di governo che si è tenuto ieri, nel primo pomeriggio l’esecutivo ha incontrato le associazioni rappresentative del settore agricolo e alimentare, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Federdistribuzione. All’incontro non ha partecipato il premier Giuseppe Conte. In serata è stato convocato un nuovo vertice con le ministre Bellanova, Catalfo, Lamorgese e il ministro Provenzano. Dopo confronti in videoconferenza che si sono susseguiti per tutta la giornata, la trattativa è stata aggiornata. Ci sarebbe, si apprende, un accordo di massima sull’emersione dei lavoratori tramite le richieste dei datori; manca l’ok di M5s sulla possibilità di prorogare fino a fine anno i permessi scaduti ai lavoratori e a far rientrare anche chi ha perso il lavoro.

Dal permesso di sei mesi all’inclusione degli italiani irregolari: le proposte – Se Bellanova da alcune settimane parla della necessità di regolarizzare 600mila persone, includendo non solo i braccianti ma anche colf e badanti, le altre forze di governo sono più caute. Una mediazione oggi l’ha proposta la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che, intervenendo a Radio anch’io, ha detto: “La misura riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri“. La proposta della Bellanova però è chiara, come ha spiegato lei stessa nel corso dello stesso programma radiofonico: “Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole”.

Per Lamorgese, in ogni caso, “c’è la necessità di far emergere questi lavoratori (in nero, ndr) non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare a un testo definito“, ha spiegato a Radio anch’io. Ieri il ministro per il Sud Provenzano ha ricordato che “c’è un tema in agricoltura, che è un’emergenza da risolvere non più procrastinabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora”. Per Provenzano la misura dovrebbe riguardare anche colf e badanti, nonché i lavoratori italiani in nero. La ministra 5 stelle Catalfo vuole invece ‘paletti’ che restringano la platea dei possibili beneficiari.

M5s frena, ma non è compatto. Crimi: “Non ci stiamo se sanatoria modello Maroni”
Per i 5 stelle è sicuramente un tema delicato perché riapre le divisioni interne sul tema migranti. Per cercare di calmare le acque, in mattinata è intervenuto Crimi: “Emersione del lavoro nero e lotta al caporalato sono sempre stati i nostri cavalli di battaglia“, ha detto a Radio 24, “e continueremo a fare tutto ciò che serve ed è utile in questo senso, che siano italiani o stranieri: il tema non è la regolarizzazione degli immigrati irregolari ma l’emersione del lavoro nero. Se su quello vogliamo lavorare, e una parte dei testi che ho letto vanno in quella direzione, ok. Ma se come ho potuto leggere c’è anche una parte di testo di intenzioni di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo”.

“Se i datori di lavoro, tra aziende agricole, agroalimentare, zootecnia, hanno bisogno di lavoratori devono proporre contratti di lavoro“, ha aggiunto il capo politico M5s. “Una delle norme che abbiamo proposto e dovrebbe entrare nel decreto maggio è quella di consentire anche a chi percepisce misure di sostegno al reddito, come reddito di cittadinanza e Naspi, di andare a svolgere questi lavori senza perdere il diritto al sostegno”. Cioè, ha spiegato ancora Crimi a Radio 24, quel lavoro “non andrà a computare i redditi che fanno perdere le forme di sostegno. Su questo c’è un accordo di fondo“.

Ma non tutti nei 5 stelle la pensano come Crimi. “E’ la classica ipocrisia italiana”, ha detto il senatore M5s Matteo Mantero, più volte critico con la linea ufficiale. “Ci piace avere i pomodori a 1,99 euro al supermercato, ma non vogliamo vedere chi si spacca la schiena a raccoglierli. Devono assolutamente avere la possibilità di essere messi in regola. Non possiamo vivere nella paura di quello che dirà la Lega, è una proposta logica e di assoluto buonsenso e, soprattutto, che restituirebbe un pò di dignità a questi lavoratori”. Così anche la deputata grillina Stefania Ascari: “La regolarizzazione dei braccianti agricoli stranieri è un favore all’Italia”. E pure il deputato M5s Giorgio Trizzino: “Nelle straordinarie circostanze attuali non possiamo ignorare le esigenze immediate della produzione agricola e della pesca”, ha dichiarato. A favore tra gli altri, anche i deputati Paolo Lattanzio e Giuseppe Brescia.

La maggioranza del M5s è però allineato con Crimi. “I problemi non si risolvono con le minacce”, ha dichiarato il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia. “Dobbiamo capire qual è il problema prioritario di questo paese, ovvero la necessità per i piccoli imprenditori e gli italiani tutti di riemergere da una crisi economica”.

Grasso (Leu): “Intervento contro l’illegalità, stupiscono i 5 stelle”
Contro i tentennamenti dei 5 stelle si è espresso il senatore di Leu Pietro Grasso: “Contro il lavoro nero, l’illegalità, il caporalato”, ha scritto su Facebook. “Per la giustizia e la sicurezza sociale e sanitaria. Sono sinceramente stupito dalla posizione del Movimento 5 stelle sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano sul nostro territorio o si prendono cura delle case e dei nostri familiari. Chi si oppone sottovaluta l’importanza per la nostra economia delle migliaia di persone che ad oggi sono ‘invisibili’ e devono invece avere diritti, pagare le tasse, versare i contributi. Questo governo è nato con l’intenzione di affrontare il tema senza la carica ideologica delle destre, tenendo a mente un principio che lo stesso Papa Francesco ha ricordato nell’udienza di oggi: la dignità delle persone, di tutte le persone, va sempre rispettata. Negare a quelle persone dei diritti fondamentali è gravissimo, oltre che miope. Con spregio viene definita “sanatoria”. Per me a sanarsi è solo il ritardo e l’incapacità di uno Stato e della sua classe politica a riconoscere chi già, con fatica e sacrifici, contribuisce alla crescita del nostro Paese”.