Cronaca

Coronavirus, inizia la fase 2 tra piccole libertà e ritorno al lavoro per 4 milioni di persone. Sui mezzi pubblici e in azienda il nodo sicurezza

Dopo quasi due mesi di lockdown rialzano le saracinesche le aziende manifatturiere, la moda, il tessile, i cantieri edili e il commercio all’ingrosso oltre a quello al dettaglio di fiori e piante. Si può far vista a parenti e fidanzati, riaprono i parchi, è consentito fare sport non solo nei pressi della propria abitazione. Ma non è un 'liberi tutti', ha ricordato Conte. Il Viminale ha chiesto ai prefetti un’applicazione "prudente ed equilibrata" delle misure: l'obiettivo primario è tutelare la salute, con controlli sul rispetto delle prescrizioni nei luoghi di lavoro e negli spostamenti, allentando però l'impatto delle restrizioni sulla vita quotidiana. I trasporti banco di prova nelle grandi città

Fase 2, si parte. Da oggi vengono meno alcune delle limitazioni che dallo scorso 11 marzo avevano tenuto in casa milioni di cittadini. Anche se tante altre restano in vigore, almeno fino al 17 maggio. Dopo due mesi di lockdown rialzano le saracinesche le aziende manifatturiere, tutto il settore dell’auto, la moda, il tessile, i cantieri edili e il commercio all’ingrosso oltre a quello al dettaglio di fiori e piante. Tornano così al lavoro 4 milioni di persone. Si può far vista a parenti e fidanzati, riaprono i parchi, è consentito fare sport non solo nei pressi della propria abitazione. Ma non è un ‘liberi tutti’, ha subito ricordato il premier Giuseppe Conte: “Come mai prima, il futuro del Paese sarà nelle nostre mani. Più saremo scrupolosi e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà“. Il Viminale ha chiesto ai prefetti un’applicazione “prudente ed equilibrata” delle misure: l’obiettivo primario è tutelare la salute, allentando però l’impatto delle prescrizioni sulla vita quotidiana. I trasporti saranno il vero banco di prova per le principali città italiane: mascherine e distanza di sicurezza le nuove parole d’ordine.

L’autocertificazione – Nessun cenno nella circolare al modulo per l’autocertificazione che, nelle sue varie versioni, ha accompagnato gli italiani durante il lockdown. Ma sul sito del ministero è comparso il nuovo modello che, rispetto al precedente, contiene le quattro motivazioni che giustificano lo spostamento e sei righe in bianco che il cittadino può riempire precisando la ragione per cui è fuori. Resta comunque valida, per chi l’ha stampata, la vecchia versione. Basta barrare le parti non attuali che sono indicate sul modello presente sul sito. Sulla questione delle visite ai congiunti, dopo i chiarimenti nelle ‘Faq’ di ieri del Governo, il Viminale cita una sentenza della Cassazione del 2014 in cui la definizione viene allargata alle “relazioni connotate da ‘duratura e significativa comunanza di vita e di affetti”.

Il rientro al domicilio – L’ultimo Dpcm consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma, precisa la circolare, una volta rientrati “non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova”, a meno che non ci siano “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero motivi di salute”. Quindi chi è rimasto bloccato dove studia, lavora o si trovava occasionalmente quando l’Italia è diventata zona protetta ora può tornare indietro. In ogni caso chi rientra dovrà avvisare la regione o l’Asl del suo arrivo e a quel punto, quasi ovunque, scatta la quarantena obbligatoria.

Le attività produttive – Non sarà più obbligatorio l’invio ai prefetti delle richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Ci saranno però controlli per “garantire la sicurezza dei lavoratori” ed “assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro” come previsto dai protocolli, per poi applicare le eventuali sanzioni. Via libera poi alla ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra, sempre però “nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”.

Il rischio del “liberi tutti” – La preoccupazione nel governo è che ci sia una rimozione collettiva dell’emergenza Covid-19, alimentata dal clima estivo, dalla ripresa di diverse attività, dalla riapertura dei parchi e dalla voglia a lungo repressa di uscire dopo quasi due mesi di quarantena obbligata. “Siamo ancora dentro la crisi, guai a pensare che è finito tutto”, avverte il ministro Speranza. Ma dove non arriva il senso civico, scattano le sanzioni. E dopo le ‘Faq’ sono arrivate le indicazioni del Viminale ai prefetti su come applicare le misure della Fase 2. Nella valutazione dei casi concreti in relazione agli spostamenti, l’invito è ad un “prudente ed equilibrato apprezzamento” sull’applicazione delle misure. In sostanza, niente più droni ad inseguire runner solitari nei parchi. Si punta a colpire solo gli assembramenti di persone.

Le città – Le grandi città si sono preparate alla ripartenza con nuove regole per il trasporto pubblico, l’apertura dei parchi, il take away.
MILANO – La capienza dei mezzi sarà ridotta al 25%. Si passerà da 1 milione e 400 mila passeggeri pre Covid a un massimo di 400 mila, che dovranno prepararsi a un viaggio in guanti e mascherina. Palazzo Marino ha invitato le aziende a proseguire con lo smartworking e i cittadini a usare le bici, con altre piste dedicate alle due ruote già create in alcune vie, o andare a piedi, ma c’è comunque il rischio – avverte il presidente di Ferrovie Nord Andrea Gibelli – che sui mezzi pubblici ci sia una situazione “non gestibile”. Per questo le istituzioni si appellano alla responsabilità individuale, tanto sui mezzi quanto nei parchi, che riaprono così come le librerie e gli alberghi, i cimiteri e i cantieri.

TORINO – Numero di mezzi pubblici raddoppiati, con posti limitati e dispenser di gel igienizzante a bordo, zona a traffico limitato ancora sospesa come pure il pagamento nelle strisce blu e prima distribuzione di mascherine ai cittadini. L’azienda di trasporto pubblico riporterà il numero delle vetture in circolazione nelle ore di punta a 615, rispetto alle 368 del lockdown. Ma sui bus più piccoli saranno ammessi soltanto 20 passeggeri alla volta, 30 sui pullman da 18 metri e sui tram; percorsi differenziati in metro. Gli amministratori di condominio inizieranno la distribuzione delle mascherine acquistate dalla Regione. Divieto della vendita di cibi take away, in vigore fino a sabato 9 maggio, mentre nel resto della regione sarà già ammessa da domani alle 6.

BOLOGNA – Molte le aziende manifatturiere che torneranno all’opera, anche se quasi 10mila resteranno chiuse. Tper, l’azienda che gestisce gli autobus, ha predisposto un piano per garantire i flussi in aumento (fin qui calati di circa il 90%), ma anche il distanziamento sui mezzi. Ovunque, come nel resto della Regione, saranno obbligatorie le mascherine. Riapriranno parchi e cimiteri. Non invece, nonostante l’ordinanza regionale lo consenta, le biblioteche e gli impianti sportivi comunali, chiusi per altre due settimane in attesa della definizione dei protocolli.

FIRENZE – Si viaggerà su bus e tramvia solo se muniti di mascherina e guanti e stando distanti un metro, riapriranno parchi e giardini non recintati come le Cascine, si potrà andare al cimitero mentre per bar e ristoranti, per i quali era già consentita la vendita da asporto, sarà possibile il take away senza bisogno di prenotare ma evitando gli assembramenti. Il 6 maggio riapriranno poi gli orti urbani e le attività di assistenza alle famiglie con bambini nei giardini. Riapre anche l’aeroporto – al momento non previsti voli di linea – e anche il Duomo per la preghiera individuale. Confcommercio riapre i negozi, ma solo dalle 10.30 alle 13, come segno di protesta.

ROMA – Bus e metro fino alle 23.30, esercizi commerciali aperti fino alle 21.30 ma take away e delivery consentiti anche oltre, ora di punta spalmata dalle 8.30 alle 11.30 e l’80% dei dipendenti capitolini in smart working. E poi stazioni, bar e locali sorvegliati speciali con droni a sorvolare i parchi che iniziano a riaprire i cancelli, prime fra tutte Villa Borghese e Villa Pamphilj. Spiagge di Ostia vietate fino al 17 maggio, aperte invece le pinete. Sui mezzi pubblici è previsto l’obbligo di mascherina, la capienza al 50% su ogni mezzo, l’installazione di dispenser con gel igienizzante nelle stazioni, e la possibilità di saltare le fermate se il mezzo è già pieno.

NAPOLI – Da un lato l’attesa per il previsto arrivo di molte persone dal Nord (con rigidi controlli predisposti alla Stazione Centrale e all’aeroporto), dall’altra la sperimentazione del piano per i trasporti pubblici con limitazioni all’accesso nel metrò e sui bus e apposite segnalazioni. Saranno aperti 13 parchi comunali ed i cimiteri; il sindaco De Magistris lancia un appello al prefetto per rafforzare i controlli anti-assembramenti. Come da ordinanza regionale, tutti in mascherina e accesso scaglionato per i dipendenti negli uffici pubblici. Riparte anche l’asporto e si potrà passeggiare.

PALERMO – Operai al lavoro nelle 12 ville che riaprirono, anche se con accessi limitati. Dopo quasi due mesi in casa, i bambini, uno per volta accompagnato da uno solo dei genitori, potranno accedere ai parchi. Ingressi però contingentati: per entrare, in base alle disposizioni del comune, bisognerà prenotarsi nel sito dell’amministrazione. Pronti anche gli autobus dell’Amat, dove sono stati sistemati gli adesivi nelle postazioni per garantire i distanziamenti dei passeggeri. Aperti anche i cimiteri con accessi contingentati e consentiti, attraverso prenotazione on line.