Cronaca

Coronavirus, atterrata a Malpensa equipe di medici e infermieri cubani. Andrà ad aiutare il personale degli ospedali lombardi

“Li accogliamo a braccia aperte (purtroppo solo metaforicamente parlando, per ora) e nutriamo fiducia che saranno grandissimi alleati nella lotta al virus, nella cura dei nostri concittadini malati e anche in un poco di sgravio per i nostri operatori sanitari, ormai stremati”. Sono le parole della sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, che domenica sera ha accolto in città 52 medici e infermieri provenienti da Cuba e destinati all’ospedale da campo allestito dall’esercito e dalla protezione civile che ospiterà 33 pazienti affetti da coronavirus. Un arrivo atteso da tutta la comunità cremasca e soprattutto dai sanitari che dal 21 febbraio lavorano incessantemente in emergenza.

Per i 52 cubani si è mossa l’intera città: dalla diocesi di Crema che ha messo a disposizione una struttura per l’alloggio di 25 persone a chi in queste ore ha raccolto biciclette per permettere loro di muoversi; all’associazione “Uniti per la provincia di Cremona” che ha donato 100mila euro per attivare l’ospitalità del personale sanitario e militare. Intanto già da lunedì i cubani saranno al lavoro. Si tratta di personale altamente specializzato che è già intervenuto in altre situazioni di emergenze sanitarie, per esempio nei paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia di ebola nel 2014. Atterrati domenica alle 18 all’aeroporto di Malpensa sono stati presi in carico dalla protezione civile e portati a Crema dove alloggiano nella struttura della diocesi e presso l’hotel “Ponte di Rialto”.

“Non abbiamo previsto – spiega Stefania Bonaldi – un benvenuto ufficiale al loro arrivo a Crema. Lo rimanderemo alla visita dell’assessore alla Sanità Giulio Gallera, che sarà a Crema nei prossimi giorni. La festa vera, con loro e con tutti gli operatori, sarà in occasione della loro partenza, perché vorrà dire che avremo debellato questo maledetto virus. Una promessa e una certezza. Il nostro grazie, pieno di commozione e di riconoscenza, parte però da subito, a loro, alle loro famiglie che ne hanno accettato e pure ne sostengono il sacrificio e al loro generoso Paese”.

La prima cittadina di Crema in questi giorni, mentre veniva allestito l’ospedale da campo, è rimasta colpita dalla generosità dei suoi concittadini: “Da quando i militari sono qua non manca mai chi porta loro pizza e biscotti. Serviva del materiale per finire il campo e il gruppo Cammi ha regalato ciò che era necessario. Un distributore per il caffè ha installato una macchinetta gratuitamente presso l’ex tribunale dove alloggiano i militari. Un’impresa di pulizie si è offerta di sanificare l’alloggio. Un’azienda casearia ha fatto avere il formaggio. Un altro si è messo a disposizione per fare le pizze a tutto l’ospedale da campo. Nemmeno il carro attrezzi che è venuto a spostare alcune macchine nel parcheggio dove doveva essere installato l’ospedale ha chiesto soldi. La solidarietà si tocca con mano. Sono subissata da offerte di persone che vogliono fare l’interprete dei medici e degli infermieri cubani”.

Intanto c’è chi si è mosso in maniera spontanea per dare il proprio contributo. Tra questi l’associazione dei clown in ospedale di Crema e Lodi: “Sabato mattina – racconta Angela Buscaino, presidente Vip Crema – mi ha chiamato un’amica dall’hotel “Ponte di Rialto” dicendomi che arrivavano questi medici e che non sapevano come farli spostare dall’albergo all’ospedale da campo. Parlando con lei abbiamo pensato a delle biciclette. Alle 9.15 ho mandato un messaggio su WhatsApp ad alcuni gruppi tra cui quello dei clown e a mezzogiorno avevamo già la disponibilità di un’ottantina di bici. Abbiamo selezionato i comuni dove c’è stato più riscontro in modo da organizzare i permessi e abbiamo reperito un furgone con una persona che ha fatto il giro dei paesi che hanno messo a disposizione le bici: Paullo, Tribiano, Zelo Buon Persico, Madignano, Trescore Cremasco, Monte Cremasco, Crema. A Trescore Cremasco un ciclista ha donato otto bici e su una ha scritto un messaggio di accoglienza in spagnolo per i medici cubani. Sabato alle 22 ne abbiamo consegnate quaranta”.

A dare il benvenuto ai cubani domenica c’era il presidente della Caritas Claudio Dagheti: “Noi gestiremo tutta la struttura messa a disposizione della diocesi di via Medaglie d’Oro. Chiederemo solo un rimborso spese e nulla di più. La scelta è proprio quella di mettere a disposizione del territorio un luogo senza gravare sulla comunità. Ospiteremo 25 persone. Ci occuperemo di ogni loro bisogno, saremo un loro punto di riferimento. Lo stesso Vescovo, monsignor Daniele Gianotti, li incontrerà al più presto. E’ stato lui stesso a mettere a disposizione la struttura. Questa attività va ad aggiungersi a quello che continuiamo a fare ogni giorno come Caritas: abbiamo lasciato aperto il dormitorio accogliendo 18 persone che non hanno una casa. Il tutto fatto con meno volontari perché gli ultra65enni è meglio che restino a casa”. Ad essere felici dell’aiuto dato dalla truppa cubana sono soprattutto i medici dell’ospedale di Crema: “Sono in arrivo persone specializzate nella gestione di malattie infettive, si sono occupati in particolare dell’Ebola. Hanno sicuramente – spiega Michele Gennuso, medico e assessore alle politiche sociali della città – la capacità di gestire queste situazioni che non sono immediate per tutti. Va gestita la situazione del contatto con il paziente, va fatta una vestizione adeguata prima di entrare in reparto. Questi medici sono destinati alla gestione dell’ospedale da campo. Aiuteranno ad alleggerire il carico dei reparti. Ad oggi abbiamo più di 260 ricoverati e ora mancano medici e infermieri perché molti sono in quarantena”.