Politica

Coronavirus, in questo periodo sono emersi due problemi. E io ho due proposte per arginarli

Faccio l’oculista da quasi 40 anni visitando alla lampada a fessura a circa dieci centimetri dalla bocca dei pazienti che spesso non stanno in silenzio. Avrei bisogno di dieci mascherine. Ma è il mio lavoro, ha dei rischi come quando in sala operatoria una volta ci si pungeva con aghi sottilissimi.

Non siamo fatalisti ma realisti. Cerchiamo di stare molto attenti ma non si può, e nel nostro caso non si deve, vivere sotto una campana di vetro.

Detto questo credo che anche i virologi (non solo quelli che sono spesso in tv, sui social o fanno uscire libri con un tempismo disarmante invece di vivere in laboratorio visto che si credono migliori!) non hanno saputo darci risposte certe e uniformi. Perché i virus nascono, mutano, colpiscono e si adattano.

Ora voglio esprimere il mio parere su due aspetti che sono emersi in questo frangente che confermano quello che io dico da anni. Inascoltato.

I Pronto Soccorso non sono più invasi da persone che nella maggior parte dei casi non hanno nulla. Per cui la mia idea di far turnare i medici di base 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sarebbe sufficiente a filtrare. Il Pronto Soccorso tornerebbe ad essere un posto solo per le urgenze vere.

Inoltre credo che occorra equiparare le strutture pubbliche con le private accreditate. Stessi oneri e onori che in casi emergenziali si fanno maggiormente sentire. Così leggo da uno studio del ministero della salute del 2013 che in Regione Lombardia ci sono in totale 60 strutture di ricovero pubbliche (pag. 44) mentre ci sono 81 Case di Cura accreditate e non (pag. 45).

Ma ancora più eclatante è che i servizi per le emergenze siano ancora molto più disallineati. A pagina 46 infatti si nota che le strutture di ricovero pubbliche hanno in Regione Lombardia 43 Pronto Soccorso e 45 servizi di Rianimazione mentre, alla pagina 47, le case di cura accreditate hanno solo 17 Pronto Soccorso e 13 servizi di Rianimazione.

Questa la verità vera. Il nostro sistema per le emergenze, costoso e impegnativo, grava sul pubblico che è al collasso e lo sarà anche economicamente perché si danno autorizzazioni al privato di fare il pubblico in modo diseguale.

Hanno detto che ci limitavano la vita e gli spostamenti per il nostro bene, per evitare la diffusione del contagio. Non è solo questa la ragione. La verità vera è che in Regione Lombardia hanno aperto al privato senza controllo e i servizi di emergenza sono stati ridotti perché la necessità di ricoveri ordinari sono stati distribuiti anche nel privato; ma in casi di emergenza il numero di Pronto Soccorso e di Rianimazione non bastano, non essendo equiparati in tutte le strutture.

Ho richiesto un accesso agli atti in Regione Lombardia per sapere la situazione aggiornata. Mi risponderanno? Quali giustificazioni mi darà l’uomo mascherato?