Tecnologia

Huawei AppGallery è il terzo più grande app store del mondo. Vivere fuori da Google è possibile?

Huawei ha fatto sapere che AppGallery, l'app store proprietario introdotto in alternativa a Google Play, ha già raggiunto il terzo posto mondiale per numero di utenti attivi mensili ed offre anche diverse app innovative e interessanti, che man mano sta rendendo disponibili a un numero crescente di utenti. Fare a meno dei servizi Google è quindi possibile?

AppGallery, l’app store proprietario introdotto da Huawei in alternativa a Google Play a seguito del ban statunitense, ha raggiunto i 400 milioni di utenti attivi mensili, servendo oltre 600 milioni di utenti di dispositivi Huawei in più di 170 Paesi, superando i 10 miliardi di download nel corso dell’anno e posizionandosi come il terzo app store del mondo, alle spalle proprio dell’Apple App Store e di Google Play. Ad affermarlo è stato lo stesso colosso cinese, a margine della presentazione del Mate Xs avvenuta ieri.

Si tratta di una notizia piuttosto significativa se la si inquadra a partire dalla situazione attuale. Come sappiamo infatti il Governo degli Stati Uniti ha inserito Huawei nella black list delle aziende inaffidabili dal punto di vista della sicurezza, proibendo di conseguenza alle società statunitensi di collaborare commercialmente con essa. Questo ha portato alla perdita dei servizi nativi di Google sugli smartphone Huawei prodotti dopo il 19 maggio 2019. Tra questi, oltre a Google Maps, Gmail, Youtube e molte altre ancora, c’è anche il Google Play, la porta di accesso alle centinaia di migliaia di app di terze parti.

Un colpo assai grave per Huawei, che si è trovata così a proporre sul mercato smartphone anche molto interessanti, come il recente P30, ma su cui è impossibile installare app. Per questo il colosso cinese ha iniziato a sviluppare le sue soluzioni proprietarie, i cosiddetti HMS (Huawei Mobile Services), introducendo anche l’AppGallery, con i risultati annunciati ieri e, francamente, del tutto inattesi.

I numeri dimostrano dunque che forse c’è vita al di fuori dell’ecosistema Google e che gli utenti possono accettare soluzioni alternative, se sono abbastanza valide. È probabile dunque che man mano che Huawei procederà a localizzare i propri servizi in altri mercati, un numero ancora maggiore di utenti nel mondo inizierà ad apprezzarle e ad utilizzarle regolarmente.