Diritti

Aborto, la sparata di Salvini è di una misoginia imbarazzante

La sparata di Matteo Salvini sulle donne che andrebbero anche sei volte al pronto soccorso per chiedere di abortire ha creato confusione e disinformazione sulla legge 194 (non si accede all’interruzione volontaria di gravidanza rivolgendosi al pronto soccorso ma si va al Consultorio). Salvini è stato prontamente smentito sul Corriere dal ginecologo Silvio Viale, che stigmatizzandone la “crassa misoginia e ignoranza” ha snocciolato numeri e dati.

Il leader della Lega con una baggianata degna di una chiacchiera da bar è riuscito nell’intento di montare odio e rancore verso le donne, come se di misoginia non ce ne fosse abbastanza in questo Paese. Una esternazione che ha reso ancora più evidente come tra i bersagli della Lega, dopo gli immigrati, ci siano le donne.

Non è certo il primo attacco contro le donne che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza o alle legge 194, e non sarà l’ultimo. Sono convinta che quando la tecnologia metterà a disposizione degli uomini un utero e due ovaie artificiali per gravidanze al maschile, finalmente cesserà il braccio di ferro sui corpi delle donne. Fino a quel giorno dovremo difenderci dai numerosi tentativi di ridurci ad essere un utero e due ovaie a disposizione di un uomo, della famiglia o dello Stato e dovremo rispondere per le rime con le parole di Elisabetta Canitano, ginecologa e presidente dell’associazione Vita di Donna, a coloro che ci mostrificano quando rivendichiamo il diritto di scegliere se essere madri:

Se volessimo mettere a tacere tutte le polemiche sull’aborto e la 194 basterebbe aggiungere un piccolo paragrafo al testo della legge: “Decide il padre del bambino se la donna può abortire, nel caso sia sconosciuto deciderà un tutore” e improvvisamente il tira e molla finirebbe. Tutto tornerebbe iscritto in quell’ordine patriarcale e fallocratico che ha segnato la storia e ha assicurato per secoli che il diritto di vita e di morte sui figli fosse saldamente nelle mani degli uomini. La legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza e il diritto delle donne di scegliere se abortire sono conquiste recenti in alcuni Paesi nel mondo; hanno molti limiti e restrizioni, ma appena sono stati sanciti come diritti sono stati messi sotto attacco.

L’aborto non è una realtà che si è manifestata con la legge 194: le donne hanno sempre abortito, di nascosto, schiacciate dai sensi di colpa o dalla vergogna, dalla paura di essere scoperte e andando incontro a gravissimi rischi per la salute e la vita. Anni fa ascoltai la testimonianza di una donna anziana che mi disse: “Quando ero giovane era normale che una donna abortisse anche due o tre volte nell’arco della vita, non c’erano anticoncezionali e si ricorreva all’aborto, ma di nascosto, perché c’erano troppe bocche da sfamare o non ce la facevi più a portare avanti un’altra gravidanza, oppure non eri sposata o avevi subito violenza“.

La legge 194, come tutte le leggi che consentono l’interruzione volontaria di gravidanza, ha sottratto le donne dall’inferno della clandestinità, dal rischio di morire o di gravi conseguenze sulla salute. E’ davvero imbarazzante l’intervento di Matteo Salvini, grossolano, con contenuti inaccettabili e finalizzati solo ad attaccare le donne che abortiscono.

Invece di dire baggianate sullo “stile di vita dei chi abortisce” o di sparare numeri a caso, si rivolga agli uomini che – non so se gliel’ha detto mamma – causano le gravidanze e la prossima volta prenda un microfono e dica: “Cari uomini, contribuite al calo degli aborti, comprate profilattici, si vendono in farmacia, metteteveli santa pace! Non è così complicato. Potreste anche sottoporvi a vasectomia o esortare le aziende farmaceutiche a mettere in vendita la pillola anticoncezionale maschile, perennemente in fase di sperimentazione: risparmierete alle compagne o alle partner occasionali una gravidanza indesiderata e un aborto”.

@nadiesdaa