Cultura

L’editoria campana sta vivendo un Rinascimento. Ora è necessario fare un passo avanti

Nonostante i dati sulla lettura releghino la regione Campania agli ultimi posti per numero di libri letti, sta accadendo qualcosa di veramente incredibile alle pendici del Vesuvio. Senza ombra di dubbio nell’ultimo quinquennio l’editoria campana sta vivendo un rinascimento che coinvolge case editrici e librerie, il tutto nel silenzio generale della stampa locale e nazionale.

La regione Campania è l’unica regione del Centro Sud ad aver sviluppato e promosso, attraverso iniziative private, ben tre fiere editoriali che stanno riscuotendo successo in tutto lo Stivale, vedi Ricomincio dai Libri, l’Altra Galassia e Napoli Città Libro. Fiere che per numero di partecipanti e per programmi di prestigio hanno già di gran lunga superato consolidate fiere con alle spalle decenni di edizioni.

La Campania ormai da diversi anni partecipa in massa alle più importanti manifestazioni editoriali nazionali, come il Salone del Libro di Torino e Più Libri Più Liberi di Roma. Un gruppo di 10 editori rappresenta la Campania con ottimi risultati. La prima regione del Sud per numero di espositori presenti e di gran lunga superiore a numerose regioni del Centro Nord.

L’editoria campana ha cambiato marcia anche a livello di contenuti e pubblicazioni. Si stanno limitando le pubblicazioni che riguardano solo ed esclusivamente Napoli (le sue piazze, le sue chiese, il suo cibo, ecc.) per far posto a edizioni di livello internazionale. Escludendo colossi come Sellerio e Laterza, non esiste nel Sud una regione che abbia acquistato un così alto numero di diritti editoriali dall’estero, sia sul fronte della narrativa per adulti che per l’infanzia. Emblematico il caso della casa editrice Primavera Edizioni, che in pochissimi anni è riuscita ad imporsi nel settore dell’editoria per ragazzi. La miglior casa editrice regionale in questo settore. Direttamente dalla Valle Caudina acquista diritti dalla Penguin e dalla Scandinavia. Una nuova editoria, composta da trentenni e quarantenni, sta premendo sull’acceleratore.

Una nuova generazione di editori, lontana dall’editoria a pagamento e dai contribuiti a pioggia, sta scacciando i dinosauri dell’editoria napoletana, ancora seduti sugli allori del tempo che fu. Editori giovani ormai conosciuti e riconosciuti in tutta Italia, spesso protagonisti anche sulla stampa di settore. Un cambio di marcia sta avvenendo anche nel mondo delle librerie, anche se con notevole ritardo. In nessuna regione d’Italia hanno aperto un così alto numero di librerie per ragazzi come in Campania, librerie aperte in piccoli paesi e in posti impensabili. Librerie che sono diventate veri e propri punti di riferimento territoriale, che affiancano alla promozione della lettura anche laboratori educativi.

Come non citare Mio Nonno è Michelangelo di Pomigliano, con Maria Carmela Polisi che si candida ad essere una delle più brave libraie del Sud. Il Mattoncino da Giugliano ha bissato aprendo una nuova sede a Posillipo. Non credo esista in tutto il Sud uno spazio attrezzato come la libreria Bibì e Cocò di Nola, che oltre agli scaffali ha spazi per laboratori e luoghi di ritrovo per i genitori: un capolavoro.

La lista è lunga: Che Storia a Caserta, vero e proprio punto di riferimento, la Libreria Marcovaldo a Cava de’ Tirreni, La libreria per Unni Curiosi a Pozzuoli, l’Angolo delle Storie ad Avellino. Anche nel campo degli adulti le librerie fanno passi avanti, Io ci Sto al Vomero, la neonata Wojitek sempre a Pomigliano e la libreria Tamù specializzata in letterature migranti a Santa Chiara. La Bottega delle Parole a San Giorgio a Cremano sta portando avanti una vera e propria rivoluzione rivalutando siti di interesse culturale. Insomma, non siamo ancora ai livelli dell’Emilia Romagna, ma stiamo recuperando terreno e formando una nuova generazione di lettori con BookClub che partono dai 24 mesi di età.

Gli scrittori campani sono in vetta a tutte le classifiche, De Giovanni, Elena Ferrante, De Silva, Montesano, Massimilano Virgilio, Aldo Masullo, Lorenzo Marone, Viola Ardone, Angelo Petrella, Valeria Parrella e tanti altri, sintomo che la regione Campania è ancora una straordinaria fonte di ispirazione di storie. Le scuole portano in massa scrittori nelle classi e progetti di lettura si sviluppano costantemente per avvicinare i ragazzi alla lettura. Grandi assenti le biblioteche, che in questo momento di tagli alla cultura si ritrovano ad essere più teche che spazi di aggregazione attraverso la lettura.

Da citare anche il prezioso contributo dell’associazione Nati per Leggere, che con i suoi presidi sta davvero creando degli avamposti di carta e inchiostro. Tra le note positive c’è anche l’A.Ge, l’associazione genitori: quella di Acerra è all’avanguardia per presenza, libri raccolti, eventi organizzati e biblioteche realizzate.

Questo arcipelago appena raccontato deve assolutamente fare rete, comparto, seriamente, come avviene in tutto il Nord Italia. Oggi è veramente necessario. Nel frattempo speriamo che la stampa si accorga e promuova questo fermento, che non dev’essere sottovalutato e nemmeno ridimensionato. Napoli deve tornare ad esprimere il suo ruolo di capitale culturale, così come è avvenuto nei secoli scorsi.

Se i protagonisti di questo rinascimento riusciranno a mantenere il livello di qualità delle produzioni e delle iniziative per lungo tempo, ben presto la Campania abbandonerà gli ultimi posti in classifica per numero di libri letti e acquistati. In Campania stiamo riempiendo le culle di libri.