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Dirigenti pubblici, l’Anac chiede modifiche al Milleproroghe: “Non sospendere trasparenza sui compensi. L’obbligo sia graduato”

L'Autorità nazionale anticorruzione scrive a governo e parlamento per evitare che venga congelata la trasparenza su guadagni e redditi dei manager della Pa. La norma inserita nel decreto nasce da una sentenza della Corte costituzionale, ma la Consulta ha "sollecitato il legislatore a graduare gli obblighi di pubblicazione in relazione a ruolo, responsabilità e carica"

“Non sospendere la pubblicazione dei compensi” dei dirigenti della Pubblica amministrazione. Con una segnalazione rivolta direttamente al governo e al Parlamento, l’Autorità nazionale anticorruzione chiede di modificare il decreto Milleproroghe, correggendo “imprecisioni e incoerenze che potrebbero dar luogo a notevoli criticità e dubbi interpretativi” in materia di trasparenza. Tutto nasce dal ricorso al Tar del Lazio presentato nel 2017 dal sindacato dei dirigenti e sfociato nel febbraio 2019 in una sentenza con cui la Corte costituzionale ha stabilito che il diritto dei cittadini a conoscere compensi e patrimoni dei manager statali va sacrificato sull’altare del diritto alla privacy. Il governo, con il Milleproroghe, ha deciso di adeguarsi congelando le sanzioni da 500 a 10mila euro e mettendo in cantiere un nuovo regolamento. L’Anac però fa notare che la Consulta ha “sollecitato il legislatore a graduare gli obblighi di pubblicazione dei dati patrimoniali e reddituali in relazione al ruolo, alle responsabilità e alla carica ricoperta dai dirigenti”.

La sentenza numero 20 depositata nel febbraio 2019 fa infatti decadere l’obbligo di pubblicare o line i dati personali sul reddito e sul patrimonio dei dirigenti pubblici diversi da quelli che ricoprono incarichi apicali. L’Autorità anticorruzione quindi chiede innanzitutto di non sospendere l’obbligo di pubblicazione dei compensi in attesa del nuovo regolamento. Ma chiede anche che questo nuovo regolamento, che dovrà essere emanato dal governo entro la fine del 2020, si adegui alla sentenza della Consulta rispettando il principio della gradualità, preservando l’obbligo di trasparenza per chi ricopre ruoli apicali nella Pubblica amministrazione. Sulla pubblicazione dei compensi, fa notare l’Anac, “la Consulta ha dichiarato la non fondatezza della questione di legittimità costituzionale”. L’Autorità, che elabora apposite modifiche al Milleproroghe, chiede anche di essere coinvolta nella stesura del Regolamento interministeriale che dovrà essere emanato entro il 31 dicembre.