Cronaca

Coronavirus, a Frosinone “sassaiola contro studenti cinesi all’Accademia”, ma il giorno dopo la Digos smentisce tutto

La denuncia dell'aggressione arriva dal presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini. La direttrice dell'Accademia delle Belle Arti però smentisce che sia avvenuta dentro le mura dell'istituto

*L’articolo è stato pubblicato alle ore 19:45 del 4 febbraio 2020, ricostruendo i fatti in base alle informazioni disponibili in quel momento, successivamente smentite dalle indagini di Polizia. Qui l’articolo aggiornato il giorno successivo, con il comunicato ufficiale diffuso dagli inquirenti

“A Frosinone gli studenti cinesi dell’Accademia di Belle Arti sono stati vittime di una sassaiola”. La denuncia arriva dal presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini, ed è stato raccontato anche da un docente dell’Istituto, Giuseppe Iaconis, a Frosinone Today. “È un episodio gravissimo, senza precedenti, un’autentica vergogna” commenta Buschini. L’aggressione sarebbe stata scatenata dal caso di una ragazza cinese malata: per paura di un possibile contagio da coronavirus, l’Accademia era stata chiusa per precauzione, ma il test eseguito dall”Istituto Spallanzani di Roma aveva dato risultato negativo. La direttrice dell’Accademia, Loredana Rea, però smentisce che sia coinvolta direttamente la scuola: “All’interno dell’Accademia di Belle Arti non si è verificato alcun episodio di violenza nei confronti di studenti cinesi o di altra nazionalità. Se degli episodi si sono verificati all’esterno di Palazzo Tiravanti, la direzione non ne è a conoscenza e chiaramente si tratta di episodi da stigmatizzare”. Al contrario, la direttrice parla di un “clima di solidarietà” tra gli studenti.

Io sono senza parole – ha scritto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – spero che i responsabili siano coscienti di dover rispondere di questa vergogna. Solidarietà alle vittime di una vera e propria aggressione”. In serata è arrivato anche il commento del sindaco di Frosinone, il leghista Nicola Ottaviani, che ha definito la notizia “assolutamente falsa” e ha accusato il docente dell’Accademia di averla inventata “nella ricerca di pubblicità gratuita”. Critiche anche per quei politici “che preferiscono trascorrere ore intere a rincorrere post falsi al solo scopo di collezionare likes”.

Non è il primo episodio di intolleranza nei confronti della comunità cinese. A Firenze una docente del Design campus di Calenzano ha chiesto agli studenti cinesi di “non presentarsi all’esame” tramite un post su Facebook, rivolgendosi in particolare a quelli di “Wuhan, Ehzou, Xianning, Huanggang“. Il post, apparso il 28 gennaio, era stato rimosso poche ore dopo, ma uno screenshot pubblicato dall’emittente Controradio ha inchiodato la professoressa: l’Ateneo fiorentino ha confermato tutto il post è stato “un’iniziativa personale” della docente e si è attivato affinché tutti gli studenti di architettura, compresi quelli provenienti dalla Cina, potessero sostenere regolarmente l’esame. Inoltre, l’Ateneo fa presente che l’avviso ‘incriminato’ risale a prima che venissero diffuse le indicazioni del ministero della Salute a tutti i docenti.

A Palermo intanto i ristoranti cinesi soffrono la “psicosi” da coronavirus: cinquanta persone licenziate e un calo d’affari del trenta per cento in 15 giorni: lo denuncia il direttore della comunità cinese d’Oltremare, una delle due più rappresentative a Palermo. “In città ci sono trenta ristoranti – spiega Marco Mortillaro – Il giro d’affari è di circa cinque milioni di euro l’anno, che adesso rischia di incrinarsi a causa della paura innescata dal virus”. I ristoratori cinesi lunedì sera si incontreranno a cena al ristorante Takumi di via Malaspina per fare il punto sulla situazione e cercare di lanciare un segnale: con loro ci saranno rappresentanti delle istituzioni e i clienti abituali. “I ristoranti cinesi utilizzano come materia prima i prodotti locali per il sushi – continua Mortillaro – come il pesce di Mazara del Vallo. È impensabile che si tratti di ingredienti provenienti dalla Cina. Inoltre, i locali e le cucine sono continuamente sotto osservazione da parte degli organi di controllo per la salute dei cittadini. E la paura di contrarre il virus è del tutto ingiustificata. Ma a causa della psicosi che ha determinato il crollo degli affari”. Martedì, alle 17, il presidente dell’associazione cinesi d’Oltremare, Han Guang Gong, incontrerà il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Dopo il caso dei due turisti ricoverati a Roma perché positivi al virus, in un bar di Roma erano apparso un cartello – poi rimosso – che chiedeva alle persone di nazionalità cinesi di non entrare; mentre a Brescia, esponenti di Forza Nuova hanno attaccato dei volantini all’esterno di attività gestite da cinesi: “Cogliamo l’occasione per consigliare oggi più che mai di sostenere i prodotti locali e le attività italiane”.