Giustizia & Impunità

Capitano Ultimo, il Tar conferma la revoca della scorta. Lui: “Oggi colpirmi è più facile”

La decisione arriva dal Tribunale amministrativo del Lazio che ha respinto il ricorso per mantenere la sicurezza al colonnello Sergio De Caprio e alla sua famiglia. Il 3 settembre 2013 il ministero dell’Interno, allora sotto la guida di Matteo Salvini, aveva revocato la misura di protezione "per mancanza di segnali di concreto pericolo"

Revoca la scorta al Capitano Ultimo. La decisione arriva dal Tribunale amministrativo del Lazio che ha respinto il ricorso per “mantenere la sicurezza all’ufficiale e alla sua famiglia”, come riporta in un post lo stesso colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina nel 1993. Un cambio di rotta del Tar che solo lo scorso ottobre aveva accolto, invece, il ricorso presentato dal difensore del militare sospendendo in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell’Interno, allora sotto la guida di Matteo Salvini, aveva revocato la misura di protezione il 3 settembre 2018 “per mancanza di segnali di concreto pericolo”.

L’avvio del procedimento della revoca era scattato l’8 ottobre e, anche allora, a dare la comunicazione era stato il Capitano Ultimo sulla sua pagina Twitter: “Nessun pericolo. La mafia non c’è più, è stato un gioco. Tutti invitati alla prossima cerimonia. Via la tutela al Capitano Ultimo, in fondo se l’è cercata e basta indagini, non servono più”. Oggi, invece, l’ultima decisione del Tar: “Ha vinto il generale dei carabinieri Giovanni Nistri e tutti quei Funzionari che lo hanno sostenuto in questa battaglia – si legge nel post pubblicato dal colonnello -. Da oggi colpire il capitano Ultimo sarà più facile per tutti. Stasera a Roma ricorderemo l’arresto di Riina alla casa famiglia, vi aspetto insieme ai carabinieri di allora, ai carabinieri di sempre, quelli che non abbandonano. Ringrazio con le lacrime agli occhi le 157mila persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono, firmando la petizione online. Il vostro affetto è un onore immenso per me. Vi porto nel cuore uno a uno”.