Scienza

I dieci personaggi della scienza 2019 secondo Nature non sono tutti scienziati

Tanti e sinceri auguri di felice Anno Nuovo. Non sono in ritardo nel farli perché qui il Capodanno cade il 24 gennaio venturo. Secondo il calendario zodiacale cinese inizia l’anno del ratto, del topo, insomma del sorcio. Il primo degli animali dello zodiaco. Nella cultura cinese è simbolo di fertilità, ricchezza e benessere. In termini di ying e yang (阴阳—yīn yáng) il ratto è yang: essenza positiva, principio attivo. Rappresenta l’inizio di un nuovo giorno, tempo di bilanci e valutazioni.

Come ha fatto Nature nel dicembre scorso presentando i dieci personaggi che hanno lasciato il segno nella scienza del 2019. Non tutti scienziati, non tutti laureati. Chi vuole conoscere nomi, cognomi, profili e motivazioni dei dieci selezionati deve solo andare su questo sito: www.nature.com. Auguro buona lettura.

I dieci personaggi selezionati, nonostante la diversità dei loro campi di interesse che spaziano dalla fisica alla medicina, all’ecologia, alle neuroscienze, alla paleontologia, all’essere adolescente, hanno tutti un elemento in comune. Bene ha fatto Nature a metterlo in evidenza, non distinguendo fra discipline scientifiche e umanistiche. Anche perché non esiste ragione per tenerle separate. La conoscenza, il sapere, è unico.

L’elemento in comune è l’etica. Dieci personaggi che hanno la stessa etica, vissuta in modo diverso. C’è chi difende la scienza dai negazionisti della politica, perdendo il lavoro ma non la faccia. Chi trova il modo per grattare il barile dei finanziamenti pubblici per costruire un radiotelescopio stato dell’arte. Oppure chi studia l’attività elettrica in cervelli di maiali morti, riscontrando attività coerente, sfidando la definizione di vita e di morte.

Troviamo la scienziata che si occupa di biodiversità e di sviluppo sostenibile, accettando la responsabilità di fare parte di una piattaforma intergovernativa per spiegare, contrastare, influenzare i grandi decisori. Il medico che sfida in campo da più di quarantatré anni un virus micidiale, tristemente noto come Ebola, senza arrendersi mai. Il paleontologo somalo che trova il cranio di un Australopithecus namensis, il nostro più antico cugino e riscrive la storia dell’evoluzione umana, sfidando l’intera comunità scientifica di appartenenza.

C’è chi ha avuto il coraggio di rivelare le scorciatoie morali dei trapianti di organi in Cina, denunciando l’uccisione di prigionieri, politici o per motivi religiosi, per prelevarne gli organi. Così come c’è lo scienziato, cinese anche lui, che utilizza tecniche avanzate di ingegneria genetica per mettere a punto un protocollo di cura del Hiv negli adulti. Benvenuto al fisico che gioca con la fisica quantistica e assembla un computer capace di svolgere in 200 secondi un calcolo che una macchina convenzionale risolve in 10mila anni. Vero che c’è chi dice che sarebbero stati necessari solo un paio di giorni, ma il risultato è comunque epocale.

Infine c’è lei. Greta Thunberg. Messaggio semplice il suo: “Non voglio essere ascoltata. Voglio che gli scienziati siano ascoltati. Avete l’evidenza scientifica. Trovate un accordo. Attivatevi”. In un anno ha fatto più lei per informare del cambiamento climatico e sue conseguenze di quanto non abbiano fatto altri in decenni. Di certo è l’adolescente più pericolosa in circolazione. Sta facendo storia. Ricorda un’altra adolescente che in altro tempo, luogo e contesto cambiò la storia: Jehanne D’arc. Non laureata la prima, analfabeta la seconda. Arsa viva a 19 anni, Jehanne. Da mesi sulla graticola mediatica, Greta.

Tutti e dieci non separano la loro vita dal loro lavoro. Non andranno in pensione, perché non hanno mai lavorato, hanno sempre e solo vissuto. Realizzano quanto affermato da Lawrence Pearsall Jacks (Education through Recreation; 1932): “Chi è Maestro nell’arte di vivere poco distingue fra lavoro e tempo libero, fra mente e corpo, educazione e ricreazione, amore e religione. Con difficoltà sa cos’è cosa. Persegue semplicemente la sua visione dell’eccellenza in qualunque cosa egli faccia, lasciando agli altri decidere se stia lavorando o giocando. A lui basta fare, al meglio delle sue capacità”. Più che d’accordo. Faccio lo stesso. Almeno ci provo.

Tutti e dieci si sono mobilitati per fare vedere, per fare capire alle generazioni presenti e future che la scienza può e deve informare la politica, senza mai rinunciare alla propria indipendenza.
Non può esserci progresso senza la ricerca, educazione e formazione, la conoscenza, la filosofia.

Morale ed etica sono essenziali. Senza un insieme di valori e di regole su cui definire norme di carattere generale a guida dei comportamenti umani, condivise, affondiamo. Senza etica, senza la descrizione della condotta morale e dei valori di fatto a cui si ispira, non abbiamo futuro. Tanti e sinceri auguri di felice Anno Nuovo.