Mafie

Palermo, restano in carcere Antonello Nicosia e il boss Accursio Dimino

Lo ha deciso il Tribunale dei riesame rigettando l’istanza di scarcerazione presentata dai legali. Nell'inchiesta è indagata per falso in concorso anche la deputata di Italia Viva Giusy Occhionero

Resta in carcere Antonello Nicosia, arrestato con l’accusa di associazione mafiosa insieme al boss di Sciacca Accursio Dimino. Lo ha deciso il Tribunale dei riesame rigettando l’istanza di scarcerazione presentata dai suoi legali. Carcere confermato anche per il capomafia.

Nicosia, che era stato anche attivista radicale, è accusato di aver progettato estorsioni e omicidi insieme al boss e di essersi introdotto nelle carceri ed avere incontrato mafiosi detenuti grazie al suo ruolo di assistente parlamentare della deputata di Italia Viva Giusy Occhionero. La parlamentare recentemente è finita nel registro degli indagati con l’accusa di falso perché avrebbe dichiarato che Nicosia era un suo collaboratore prima di formalizzare il rapporti di lavoro. Le prime tre ispezioni negli istituti di pena effettuati dalla deputata e dal radicale, insieme, sarebbero avvenuti in violazione della legge.

La parlamentare e Nicosia si erano incontrati a Palermo e hanno avviato una collaborazione e un rapporto personale. L’uomo veniva retribuito con 50 euro al mese. Una cifra simbolica perché, come era emerso dalle intercettazioni, lo scopo della collaborazione, per Nicosia, che definiva il boss Matteo Messina Denaro “il nostro primo ministro“, per entrare in contatto con i mafiosi. Ai pm che ieri le chiedevano come mai avesse assunto l’indagato, nonostante i suoi precedenti penali – una condanna per traffico di droga, tre per ricettazione e una per appropriazione indebita – Occhionero aveva risposto sostenendo che alla Camera nessuno fa controlli sui collaboratori. Nonostante il contratto fosse scaduto a maggio perché la deputata, insospettita dal singolare curriculum del collaboratore ne aveva accertato la falsità, il tesserino era rimasto nella disponibilità di Nicosia. Il gip di Sciacca, che aveva convalidato il fermo per Nicosia e per il boss Accursio Dimino, aveva espresso valutazioni molto severe nei confronti della deputata parlando di “un grave difetto di consapevolezza” oppure “una connivenza”. L’arresto era stato confermato anche dal gip di Palermo competente. Oggi la decisione del Riesame.