Diritti

Lombardia, il Consiglio regionale dice no alla proposta del M5s: “No a scritte sul Pirellone a sostegno del Gay Pride 2020 di Milano”

Lunedì mattina il consiglio regionale ha bocciato l'ordine del giorno proposto dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli: "Si trattata di un atteggiamento razzista. Dopotutto il Pirellone è stato illuminato per il Family Day perché non dovrebbe appoggiare anche gli omosessuali?", spiega. Il leghista Bastoni: "È una baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali"

La facciata di Palazzo Pirelli non sarà illuminata con una scritta a sostegno del prossimo Gay Pride di Milano del prossimo 27 giugno. Lo ha deciso lunedì mattina il consiglio di Regione Lombardia che ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal Movimento Cinque Stelle – e votato anche dal Pd – durante la seduta per l’approvazione del bilancio di previsione. “Si tratta di un atteggiamento razzista del centro destra in Consiglio regionale – attacca Marco Fumagalli, capogruppo del M5s in Regione Lombardia – Si trattava di sostenere una manifestazione di democrazia e civiltà che ogni anno sottolinea l’importanza della lotta alla discriminazione e dell’accoglienza. È un atto gravissimo perché va contro alla tutela dei diritti civili”. E aggiunge: “Abbiamo chiesto al consiglio regionale di esprimere semplicemente il loro appoggio. A costo zero. Nessuna richiesta di patrocinio. È evidente, quindi, che in Regione Lombardia regna una maggioranza chiusa“. Per il consigliere Fumagalli il consiglio regionale deve rappresentare tutta la cittadinanza: “Dopotutto se il Pirellone è stato illuminato durante il Family Day (foto in evidenza) perché non deve fare altrettanto per il Gay Pride?”.

Tra chi ha votato contro la proposta anche il consigliere della Lega Massimiliano Bastoni, vicino all’estrema destra milanese, che ha definito il Gay Pride “una baracconata che non rappresenta nemmeno tutti gli omosessuali. Non riteniamo che Regione Lombardia debba pubblicizzare un evento che rappresenta una piccolissima parte della comunità omosessuale. È un semplice spettacolo, un’ostentazione. Non diamo il supporto, dunque, a uno spettacolo che ha poco a che vedere con i diritti civili“. “Spiace, ma proprio non si poteva illuminare il Pirellone per il Gay Pride”, ribadisce il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi. “Palazzo Pirelli rappresenta tutti, è il palazzo di tutti i cittadini lombardi e non abbiamo mai dato il permesso di illuminazioni a manifestazioni o altro che fossero di parte – continua il presidente del Consiglio lombardo – Di proposte per illuminare il palazzo ne arrivano tante, ma se non hanno un carattere generale, se non c’è un obiettivo o un motivo che rispecchi le sensibilità di tutti, non si può fare. Spiace quindi che i 5 stelle abbiano presentato questo ordine del giorno”.

“Non stupisce, ma dispiace”, commenta il voto contrario Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. “Purtroppo c’era da aspettarselo dalla Regione Lombardia per le prese di posizione degli anni passati, come quando illuminò con la scritta ‘Family day’ Palazzo Pirelli”. E conclude: “La Lombardia è una regione che viene percepita come la locomotiva del Paese, ma poi non riesce a dimostrare di essere in linea con il resto d’Europa sulla promozione dei diritti civili. Negli ultimi anni Milano ci ha sempre sostenuti, mentre la Regione non riesce a dare sostegno a manifestazioni per l’uguaglianza dei diritti civili dei suoi cittadini”.

Quello di lunedì non è il primo no di Regione Lombardia a iniziative a favore del Gay Pride: l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, sempre guidato dal centrodestra, già nel 2017 aveva negato il patrocinio alla marcia dell’orgoglio omosessuale. Una posizione confermata lo scorso anno dal governatore leghista Attilio Fontana, che in un’intervista rilasciata a poco più di un mese dalla sua elezione aveva parlato del Gay Pride come di una “manifestazione divisiva”.