Calcio

Serie C, le nuove regole non evitano la farsa: a Rieti stipendi non pagati, giocatori in sciopero e società con troppe ombre

Il club, quartultimo in campionato, da tempo in difficoltà economica, è stato venduto a fine ottobre ma nessuno ha capito davvero a chi. Di sicuro oggi, secondo le carte acquisite dal Fatto Quotidiano, il club risulta in mano alla Ital Diesel srl, azienda che commercia in autoveicoli. Il titolare è Antonio Chersoni, imprenditore di origini casertane con alle spalle anche una condanna in primo grado. Domenica i giocatori sono pronti a non giocare per protesta, la società minaccia di denunciarli e per non incorrere nella rinuncia potrebbe schierare i ragazzini delle giovanili: finire la stagione così pare un’utopia

Stipendi pagati a metà, calciatori in sciopero, avventurieri del pallone che aleggiano intorno alla squadra. Benvenuti a Rieti, dove muore il calcio di provincia. Il club, quartultimo in Serie C, da tempo in difficoltà economica, è stato venduto a fine ottobre ma nessuno ha capito davvero a chi. Cristiano Leonardi, il manager che ha curato la trattativa (e da contratto figura come “supervisore”) ha precisato che i nuovi proprietari detengono le quote “momentaneamente” (infatti è già stato firmato il mandato per un’ulteriore cessione). Chi ci sia dietro o chi ci sarà in futuro non è ancora chiaro. Di sicuro oggi, secondo le carte acquisite dal Fatto Quotidiano, il Rieti risulta in mano alla Ital Diesel srl, azienda che commercia in autoveicoli. Il titolare è Antonio Chersoni, imprenditore di origini casertane con alle spalle anche una condanna in primo grado. Eccola, la nuova proprietà del Rieti. Domenica i giocatori sono pronti a non giocare per protesta, la società minaccia di denunciarli e per non incorrere nella rinuncia potrebbe schierare i ragazzini delle giovanili: finire la stagione così pare un’utopia.

LE DIFFICOLTÀ DELL’EX PATRON CURCI – La scorsa stagione Matera e Pro Piacenza fallirono a campionato in corso e furono escluse falsando il torneo (sui movimenti finanziari di quest’ultimo, raccontati dal Fatto, è stata anche aperta un’inchiesta). La storia si ripete, la premessa è sempre la stessa: una società in crisi, che finisce al centro di strani giri e pericolosi appetiti. Anche qui tutto nasce dalle difficoltà finanziarie del Rieti. Negli ultimi anni il club era di Francesco Curci, titolare di un’ottica in città, presidente a fasi alterne dal 2012, da sempre in cerca di un acquirente più facoltoso. Aveva già provato a vendere nel 2013 (a Franco Fedeli, che poi ha preferito la Sambenedettese) e nel 2018 (al greco Manthos Poulinakis, ex patron dell’Ofi Creti dove allenò Gattuso prima del crack). Ce l’ha fatta adesso, dopo essere riuscito in estate ad iscrivere la squadra per il rotto della cuffia. Ma i guai non sono svaniti.

ITAL DIESEL E I PRECEDENTI DI CHERSONI – Il bilancio 2018 si è chiuso con mezzo milione di perdita, il club oggi avrebbe circa 350mila euro di debiti, una fideiussione di pari valore da presentare alla Figc (al posto di quella dell’ex presidente), due mesi di stipendi arretrati e una messa in mora scaduta. Il problema è che non si capisce chi possa pagare, visto che non si capisce chi sia il nuovo proprietario. L’unica figura di riferimento era il direttore Gigi Pavarese, ex collaboratore di Moggi (uno dei primi a complimentarsi), squalificato nel 2014 e poi graziato dalla Figc, che si è già dimesso. Al centro sportivo si è visto anche l’ex portiere Soviero, e l’agente Scibilia (l’anno scorso vicepresidente al Matera che sarebbe poi fallito). L’amministratore unico è un certo Giuseppe Troise: è a lui che Ital Diesel, subito dopo aver comprato, ha dato mandato di vendere le quote. Ad oggi, però, il club è ancora dell’azienda che fa capo a Chersoni, coinvolto nella piccola “Tangentopoli” di San Felice a Cancello (Caserta), suo paese d’origine, dove nel 2016 ci fu una maxi-operazione per appalti truccati e mazzette ai politici. Il processo in primo grado si è concluso con diverse condanne, 2 anni per lui.

GIOCATORI IN SCIOPERO: IL CLUB RISCHIA DI SCOMPARIRE – Da quando è arrivata, la nuova proprietà ha pagato solo 9 stipendi su 27 (per gli altri la messa in mora è scaduta), ha fatto tante promesse ma non ha spiegato nulla. L’impressione è che Ital Diesel sia solo un veicolo di passaggio per il Rieti. Si sono fatti i nomi di altri imprenditori, Gaetano Battiloro (che avrebbe anche incontrato la squadra) e Roberto Lamanna: entrambi hanno alle spalle fallimenti e potrebbero finire nella “black list” della Lega Pro. I precedenti di Chersoni, invece, non sono un problema per la FederCalcio, i cui “requisiti di onorabilità” prendono in considerazione solo sentenze definitive. È il solito problema del pallone italiano: nessuno è in grado di vigilare davvero sulle proprietà. Le istituzioni però vogliono vederci chiaro. “Abbiamo introdotto innovazioni normative ma dobbiamo tenere alta la guardia: i banditi che vogliono utilizzare il calcio a fini opachi ci proveranno sempre”, spiega il n.1 della Serie C, Francesco Ghirelli.Il riferimento è alle nuove norme, nate dalle sciagure dello scorso anno, che prevedono la cancellazione dal torneo prima che in passato. I tifosi temono il peggio. L’ex patron Curci, che aveva inserito una clausola di recesso nel contratto, ora si dice pronto a riprendersi il club. Mentre Ital Diesel tiene duro e minaccia di portare in tribunale i giocatori in sciopero. Così la squadra, travolta dalle vicissitudini societarie, naufraga sul campo: sabato scorso il Rieti ha perso 5-1 contro la Vibonese, domenica potrebbe proprio non giocare. Alla seconda rinuncia consecutiva (o al secondo bimestre di stipendi non pagato; in questo caso a dicembre) scatterebbe automaticamente l’esclusione dal campionato. Il male minore, forse. Comunque un disastro.

Twitter: @lVendemiale