Donne

L’Iva sugli assorbenti lo conferma: le mestruazioni in Italia sono un lusso. Come i neuroni di qualche politico

Quante volte mentre eravamo in vacanza all’estero e abbiamo attraversato la strada con il semaforo lampeggiante o siamo saliti su un taxi che un inglese aveva adocchiato prima di noi siamo stati apostrofati come abitanti del Paese di “Cosa Nostra”? E quante volte ci siamo offesi a morte pensando al pregiudizio che vuole l’Italia patria di “spaghetti, mandolino e mafia”? In realtà anche se nel Belpaese mafia, ‘ndrangheta, camorra e Sacra corona unita dovessero scomparire nel nulla con effetto retroattivo come i Beatles nel film Yesterday, forse dovremmo rassegnarci a continuare a essere bollati nello stesso modo; perché se non saremo più il Paese di “Cosa Nostra”, potremo rimanere comunque il Paese delle “Nostre Cose”.

Eh si, perché mentre in Germania il governo ha deciso di ridurre l’Iva sugli assorbenti igienici dal 19 al 7%, mentre in Francia la tassa è al 5,5%, in Gran Bretagna al 5%, in Scozia gli assorbenti vengono distribuiti gratuitamente nelle scuole e in Irlanda l’imposta di valore aggiunto sugli stessi è stata proprio abolita del tutto, in Italia la VI commissione Finanze della Camera ha dapprima bocciato l’emendamento che proponeva di abbassare l’Iva sugli assorbenti dal 22% al 10%, lo ha successivamente riammesso e ora vedremo come andrà a finire. Come se avere le mestruazioni fosse un lusso al quale si può rinunciare, come se gli assorbenti fossero un bene paragonabile a un Rolex, una bottiglia di Amarone, un’elegante berlina.

Magari qualche esponente politico non toccato direttamente dalle “nostre cose” non lo sa, ma dal menarca alla menopausa – ovvero per circa 40 anni della nostra esistenza – ogni mese per 4/5 giorni o anche più ci capitano appunto quelle cose che si chiamano “mestruazioni” e siamo obbligate a comprare gli assorbenti, a cambiarci in media quattro volte al giorno per un totale di circa 520 cicli mestruali e un consumo di 12mila assorbenti.

Se pensiamo che i volantini e i manifesti per le campagne elettorali sono tassati al 4%, la prima cosa che ci viene in mente è un’astensione di massa alle prossime elezioni e la seconda è un sit in in “quei giorni” senza assorbente sugli scranni di Montecitorio per ritinteggiare le poltrone sbiadite e ravvivare il caratteristico rosso bordeaux. Se pensiamo che il tartufo, gli oggetti di antiquariato e i francobolli da collezione sono tassati al 10% la prima cosa che ci viene in mente è che i neuroni sono un lusso che alcuni politici non possono proprio permettersi, la seconda cosa è meglio che non la scriviamo.

Possibile che per questo governo e anche per quello precedente ridurre l’Iva sugli assorbenti sia una manovra così onerosa da non riuscire a trovare i soldi per coprirla? Non è che c’è qualche altro motivo? Ebbene sì, pare che la preoccupazione sia di natura “ecologica”, pare che i 21 milioni di donne italiane quando hanno le mestruazioni inquinino.

Sì, avete capito bene. Lo scorso maggio, l’allora capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera Francesco D’Uva dichiarò in diretta tv: ”noi siamo anche per l’ambiente, non siamo a favore degli assorbenti usa e getta. Ci sono delle possibilità non inquinanti come le coppette mestruali e i pannolini lavabili”. Purtroppo la trasmissione in questione non era Scherzi a Parte ma Omnibus, e gira la voce che alla parola “pannolini lavabili” l’olandesina dello spot del detersivo dei tempi del Carosello si sia suicidata buttandosi dalla mongolfiera.

L’unica cosa che ci auguriamo è che la moglie di Francesco D’Uva al rientro a casa del marito dopo una lunga giornata di lavoro gli abbia servito una “coppetta” di Martini con una bella dose di lassativo. Tanto gli alcolici e le medicine sono tassate solo al 10%.