Politica

Riforme, maggioranza chiude l’accordo sulle 4 misure “contrappeso” del taglio degli eletti: i testi in Parlamento la prossima settimana

Il vertice sulle riforme costituzionali presieduto dal ministro d'Incà: trovata l'intesa sulla base elettorale del Senato e sulla riduzione dei delegati regionali per l'elezione del Capo dello Stato. La nota: "La maggioranza in maniera coesa ha concluso in modo positivo e in un clima costruttivo la prima parte dell’iter"

La maggioranza procede spedita sulle riforme costituzionali concordate per fare da “contrappeso” al taglio del numero dei parlamentari approvato l’8 ottobre scorso. I testi che contengono le quattro misure concordate da M5s, Pd, Iv e Leu saranno depositati in Parlamento nel corso della prossima settimana, come conferma una nota al termine della riunione di maggioranza tenutasi alla Camera alla presenza del ministro per le Riforme, Federico D’Incà.

“Come era stato indicato all’interno dell’accordo di maggioranza, precedentemente al taglio dei parlamentari e nei tempi previsti, la maggioranza in maniera coesa ha concluso in modo positivo e in un clima costruttivo la prima parte dell’iter che porterà alle riforme”, sottolinea la stessa nota. Un primo accordo era stato trovato il 7 ottobre scorso, alla vigilia del voto sul taglio dei parlamentari. Poi il lavoro è proseguito senza strappi e già martedì lo stesso ministro D’Incà aveva annunciato che la maggioranza aveva confermato le linee guida dell’intesa. Un’intesa diventata definitiva oggi, con il vertice nella Sala Tatarella a cui hanno partecipato la sottosegretaria Simona Malpezzi e rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza, di Camera e Senato, tra cui Francesco Silvestri (M5s), Stefano Ceccanti (Pd), Maria Elena Boschi (Iv) e Federico Fornaro (Leu), oltre a rappresentanti del Gruppo delle Autonomie Gianclaudio Bressa e Julia Unterberger.

I testi che saranno presentati in Parlamento a inizio novembre, specifica la nota, prevedono “il passaggio relativo alla base elettorale del Senato da regionale a circoscrizionale e la riduzione da 3 a 2 dei delegati (di ogni Regione) per l’elezione del Presidente della Repubblica, in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze“. Un’altra misura, l’abbassamento da 40 a 25 dell’età per essere eletti in Senato, sarà invece portata avanti con un emendamento a una riforma già partita e ora a Palazzo Madama., quella che abbassa da 25 a 18 l’età per poter votare per il Senato. In questo modo la maggioranza otterrà l’obiettivo di uniformare elettorato attivo e passivo di Camera e Senato. La maggioranza invece avrà bisogno di più tempo per presentare una nuova legge elettorale: l’impegno è quello di presentare un “testo condiviso” entro dicembre, data indicata anche nel documento comune del 7 ottobre.