Economia

Partite Iva, Misiani: “Abbiamo scelto di proseguire con il regime forfettario e non passare al calcolo analitico dei redditi”

Non ci sarà il passaggio a un nuovo sistema che avrebbe comportato la necessità di fornire una puntuale documentazione di tutte le uscite registrate durante l'anno per aver diritto alle detrazioni. Il senatore Pd: "Scelta di assoluto buonsenso per semplificare la vita dei contribuenti". Ma resta da sciogliere il nodo degli altri paletti per l’accesso alla flat tax, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti

Per le partite Iva che guadagnando meno di 65mila euro e hanno aderito alla flat tax “ha prevalso la scelta di assoluto buonsenso di proseguire con il regime forfettario di determinazione dei costi per semplificare la vita dei contribuenti”. Ad annunciarlo è stato il viceministro Pd all’Economia Antonio Misiani all’assemblea di Confesercenti. Il capo politico del M5S Luigi Di Maio nella notte aveva detto che sul tema non era ancora stata trovata la quadra definitiva e sarebbe stato “oggetto della discussione nei prossimi giorni”, ma questa mattina su facebook conferma che “il regime forfettario resterà, stiamo lavorando ai dettagli”. Di fatto dunque la maggioranza ha concordato un’intesa di massima per bloccare il passaggio al regime analitico – che avrebbe comportato la necessità di fornire una puntuale documentazione di tutte le uscite registrate durante l’anno per aver diritto alle detrazioni – ma resta da sciogliere il nodo degli altri paletti per l’accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti e per i dipendenti.

“Abbiamo ascoltato il mondo delle partite iva, ci siamo confrontati con loro” e abbiamo fatto “una scelta di buonsenso e di equilibrio“, ha detto Misiani. “Per quanto riguarda la flat tax noi vogliamo assolutamente confermare il regime fiscale di favore per tutto il popolo delle piccole partite Iva”, aveva anticipato a sua volta in mattinata il premier Giuseppe Conte a margine dell’assemblea di Confesercenti. “Per farlo stiamo verificando, per evitare che si aggravi la posizione della platea dei contribuenti”.

Il viceministro ha aperto anche alla possibilità di revisione della sugar tax annunciata dal titolare del Tesoro Roberto Gualtieri. “Vale poco più di 200 milioni, è una cosa che è stata adottata in decina di Paesi, ma poi nel corso della discussione parlamentare tutto è migliorabile. Se si trovano coperture alternative credo che il governo è disposto a discutere della sugar tax, dell’imposta sulla plastica e su alcuni limitatissimi interventi contenuti nella manovra”.