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Whistelblowing, sì definito alla direttiva Ue. Cosa prevede: obbligo di canali interni per la segnalazione e protezione degli informatori

Via libera del Consiglio dell'Unione Europea dopo il sì dell'Europarlamento ad aprile: le aziende con almeno 50 dipendenti o comuni di più di 10mila abitanti dovranno offrire canali interni per la segnalazione degli illeciti e sono previste regole per la protezione degli impiegati da eventuali ritorsioni. Inserito anche l'obbligo di risposta entro 3 mesi. Esulta il M5s: "Giornata storica. Il recepimento sia priorità per tutti"

C’è il sì definitivo alle nuove regole Ue sul whistelblowing. Anche il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera alla direttiva approvata dall’Europarlamento ad aprile. Adesso gli Stati membri avranno due anni per recepire le normative che, tra le altre cose, obbligano le aziende con almeno 50 dipendenti o comuni di più di 10mila abitanti ad offrire canali interni per la segnalazione degli illeciti. La nuova direttiva, inoltre, protegge gli impiegati da eventuali ritorsioni in seguito dalla segnalazione.

L’Unione Europea proteggerà quindi un’ampia gamma di settori, tra cui gli appalti pubblici, i servizi finanziari, il riciclaggio di denaro, la sicurezza dei prodotti e dei trasporti, la sicurezza nucleare, la salute pubblica, la protezione dei consumatori e dei dati. Le misure obbligheranno le autorità nazionali a informare adeguatamente i cittadini e a impartire ai funzionari pubblici una formazione su come trattare le segnalazioni.

“L’Ue è determinata ad assicurare il buon funzionamento di un sistema democratico basato sullo Stato di diritto. Si tratta pertanto di garantire un livello di protezione elevato in tutta l’Unione agli informatori che hanno il coraggio di parlare apertamente. Nessuno dovrebbe rischiare la propria reputazione o il proprio lavoro per denunciare un comportamento illegale”, ha dichiarato Anna-Maja Henriksson, ministra finlandese della Giustizia.

Sono poi previste misure di sostegno e di protezione degli informatori, con garanzie per proteggere gli informatori dalle ritorsioni, quali la sospensione, la retrocessione e l’intimidazione. Anche coloro che assistono gli informatori, come colleghi e parenti, sono protetti. Infine, viene previsto l’obbligo di dare un riscontro per autorità e imprese, creando l’obbligo di rispondere e dare seguito alle segnalazioni degli informatori entro 3 mesi, con la possibilità di portare il termine a 6 mesi per i canali esterni in casi debitamente giustificati.

Esulta il Movimento Cinque Stelle che parla di “giornata storica per l’Europa”. Per le eurodeputate Laura Ferrara e Sabrina Pignedoli, “i casi Dieselgate, Luxleaks, Panama Papers e Cambridge Analytica hanno dimostrato che le rivelazioni degli informatori giocano un ruolo fondamentale per affermare la giustizia e i diritti dei cittadini”. La direttiva “entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea”, aggiunge Pignedoli che auspica inoltre che il recepimento sia una “priorità” di tutti i Paesi.