Economia

Alitalia, Conte dopo la lettera di ultimatum di Atlantia: “Inaccettabile commistione tra salvataggio e concessioni di Autrostrade”

Il premier interviene sul caos che rischia di far slittare ancora una volta una soluzione definitiva per la compagnia di bandiera, prevista per il 15 ottobre, e non nega le difficoltà: "Ricatto? Non mi permetto di valutarlo, ma siamo stati chiari fin dall'inizio. Non è tanto il fatto di salvarla, con il problema occupazionale, ma di rilanciare un asset strategico". I sindacati chiedono incontro urgente a Patuanelli: "No a ulteriori rinvii. Momento delle responsabilità. Il governo faccia la sua parte"

“Una commistione inaccettabile”. Giuseppe Conte risponde ad Atlantia dopo la lettera inviata al ministero dello Sviluppo Economico dalla holding della famiglia Benetton nella quale si preannuncia l’impossibilità di intervenire nel salvataggio di Alitalia a causa non solo dei litigi all’interno della newco sul percentuali di impegno e il piano industriale ma anche per l’iter amministrativo che potrebbe portare alla revoca delle concessioni ad Autostrade. “Non mi permetto di valutare se sia un ricatto o meno, dico solo che il governo è stato molto chiaro sin dall’inizio. Alitalia è una questione, le concessioni autostradali un’altra, no a commistioni. Per noi del governo è inaccettabile”, ha detto il premier.

A undici giorni dalla data ultima concessa, il 15 ottobre, a Ferrovie dello Stato, Atlantia, Tesoro e Delta Airlines per presentare un’offerta vincolante d’acquisto, il presidente del Consiglio non nasconde che “la situazione è complicata”. Non solo per cassa integrazione e aspetti lavorativi: “Faremo il possibile per assicurare alla compagnia di bandiera di poter rivolare ad ali spiegate perché non è tanto il fatto di salvare la compagnia in sé, con il problema occupazionale, ma rilanciare un asset strategico, anche per il trasporto intermodale, il turismo – ha spiegato Conte – Non si tratta di mediare ma fare un’operazione fortemente caratterizzata dal punto di vista industriale”.

La trattativa è però in stallo. Da un lato per l’iter aperto dal governo che potrebbe portare alla revoca della concessione ad Autostrade a causa del crollo del ponte Morandi, dall’altro per problemi interni alla newco legati alle percentuali d’ingresso con Delta ferma al 10% e alle scelte di potenziamento delle tratte a lungo raggio, sulla quali la compagnia americana frena e gli altri spingono, essendo le più remunerative. Tutto questo in una fase delicata anche sotto il profilo finanziario, se non dovesse arrivare in tempo l’offerta definitiva: il rischio è che il governo, dopo il prestito ponte da 900 milioni, sia costretto a finanziare nuovamente Alitalia. Senza contare il fronte occupazionale, con la cassa integrazione rinnovata pochi giorni fa ma solo fino al 31 dicembre.

Così i sindacati di categoria hanno chiesto un incontro urgente al ministro Stefano Patuanelli. “La vicenda Alitalia non sia ulteriormente rinviata”, dice Maurizio Landini, segretario generale Cgil. “C’è bisogno di avere un progetto industriale. È il momento della responsabilità da parte di tutti, compresa quella di Atlantia”, spiega il leader sindacale. “Dobbiamo assistere increduli all’ennesimo balletto di dichiarazioni contrastanti su Alitalia”, affermano il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti. “Tutto questo non fa altro che generare forte preoccupazione e mettere a rischio il futuro – proseguono i due segretari – È tempo che questo teatrino finisca e che il governo faccia la sua parte prendendo in mano rapidamente la gestione della vicenda Alitalia”.