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Commissione Ue, la francese Goulard sotto pressione. I ‘dubbi’ di Socialisti, Ppe e Verdi per indagine del 2017: ‘Serve altra audizione’

Durante il colloquio davanti alle commissioni, gli europarlamentari Christel Schaldemose (S&D) e François-Xavier Bellamy (Ppe) hanno insistito molto sulla vicenda che, nel 2017, l’ha spinta a presentare le dimissioni dal suo incarico di ministro della Difesa. "Sono pulita", si è difesa la commissaria designata al Mercato interno. I Verdi insistono sulla consulenza al Berggruen Institute

La commissaria europea designata per il Mercato interno, la francese Sylvie Goulard, è stata messa sotto pressione dagli eurodeputati oggi in audizione al Parlamento Ue, mentre si difendeva sulla vicenda dell’indagine amministrativa relativa a un suo ex assistente parlamentare e sulla consulenza per il think-tank Berggruen Institute durante il suo mandato di eurodeputata. Goulard ha insistito sul “rispetto del principio di presunzione di innocenza, che è una libertà fondamentale”. Ma sia i Socialisti che i Popolari hanno espresso “dubbi” al termine dell’audizione, così come anche i Verdi, sostenendo che è necessario che “risponda a più domande ed è possibile una seconda audizione, per chiarire le questioni aperte e farci un’idea”

Durante il colloquio davanti alle commissioni, gli europarlamentari Christel Schaldemose (S&D) e François-Xavier Bellamy (Ppe) hanno insistito molto sulla vicenda che, nel 2017, l’ha spinta a presentare le dimissioni dal suo incarico di ministro della Difesa. “Sono pulita”, si è difesa Goulard, sottolineando di aver “rispettato la decisione del segretario generale del Parlamento Ue, che ha applicato una giurisprudenza molto rigida della Corte di giustizia secondo cui, se ci sono poche prove del lavoro del proprio assistente, bisogna chiedere il rimborso di quanto dato”. “Non è una sanzione e non è una decisione penale”, ha precisato, ricordando di non essere sotto indagine.

È stata invece Marcel Kolaja (Verdi/Ale) a pressare Goulard sulla consulenza al Berggruen Institute. La commissaria ha fatto notare che si trattava di un think tank pro-Ue: “Ho dichiarato tutto. È tutto legale – ha spiegato – Il Parlamento Ue permette di avere un’attività professionale oltre a essere eurodeputati. Non si può gettare il sospetto su una persona solo perché ha lavorato per promuovere il progetto d’integrazione europea”.

Non avrebbe incontrato grossi ostacoli il commissario designato per la Giustizia, il belga Didier Reynders, ascoltato oggi in Eurocamera dalle commissioni competenti. A quanto si apprende, i coordinatori che si sono riuniti dopo l’audizione avrebbero approvato la candidatura, a eccezione del gruppo Identità e democrazia. “Sarà un forte alleato di questo Parlamento europeo”, è il commento di una nota di Renew Europe dopo l’audizione.

Tra i commissari che martedì hanno affrontato l’esame delle commissioni parlamentari, dovrebbero aver messo al sicuro la candidatura il commissario designato al Lavoro Nicolas Schmit e quella ai Partenariati internazionali Jutta Urpilainen, mentre la partita sembrerebbe essere in salita per il commissario polacco designato all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Infine, anche la commissaria designata dalla Svezia agli Affari interni, Ylva Johansson, sembra aver incontrato degli ostacoli tra i gruppi politici.