Ambiente & Veleni

Ex Ilva, ArcelorMittal fa marcia indietro dopo l’opposizione del sindaco: “Niente sbarco del carbone nel porto di Brindisi”

I gestori del siderurgico tarantino, in difficoltà con l'approvvigionamento delle materie prime a causa del sequestro delle banchine, avevano chiesto di poter far giungere nei prossimi 6-8 mesi le navi cariche di ferro e carbone nel porto adriatico. Il sindaco Riccardo Rossi aveva annunciato il netto no del Comune. Resta in piedi l'ipotesi di sbarcare materiali ferrosi e pellets

Marcia indietro di ArcelorMittal sullo sbarco di carbone, destinati ad alimentare l’acciaieria di Taranto, nel porto di Brindisi. L’azienda siderurgica aveva avanzato l’ipotesi negli scorsi giorni, ricevendo un secco “no” dal sindaco di sinistra della città adriatica, Riccardo Rossi, cresciuto politicamente nelle fila del movimento “No al carbone” che si oppone all’uso del combustibile fossile nella centrale Enel di Cerano, alle porte della città.

È bastata la sua netta chiusura – manifestata pubblicamente dopo aver ricevuto la comunicazione dell’Autorità portuale per partecipare alla conferenza dei servizi che avrebbe dovuto discutere dell’ipotesi – per spingere i gestori dell’ex Ilva a cercare un’altra soluzione alla necessità di integrare l’approvvigionamento di materie prime per gli altoforni, al momento insufficiente a causa del sequestro delle banchine in seguito all’incidente mortale del 10 luglio scorso quando un operaio perse la vita a causa del crollo di una gru.

L’idea di ArcelorMittal era quella di far arrivare le navi con il carico di materiali ferrosi, carbone e pellets nel porto di Brindisi e da lì trasportare i materiali fino ai parchi minerali dell’acciaieria utilizzando centinaia di camion che avrebbero dovuto attraversare una parte del territorio cittadino prima di imboccare la Statale 7 che conduce a Taranto. Nella richiesta avanzata dalla ditta che si sarebbe dovuta occupare dello scarico si prevedeva l’utilizzo di una banchina del porto, adiacente a quella utilizzata dalle navi da crociera, per una ventina di giorni al mese fino alla primavera del 2020. E la richiesta – secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.itresta in piedi per materiali ferrosi e pellets, mentre il porto di Brindisi non sarà il punto di sbarco delle carboniere.

Un’idea contrastata anche dal Partito Democratico di Brindisi, che sostiene Rossi, che aveva annunciato: “Non permetteremo mai che si torni indietro di venti anni in tempi in cui la salute e l’ambiente di questa città venivano sacrificati all’altare del profitto e della speculazione”. Sulla stessa linea anche il M5s: “Fa bene la comunità e la politica brindisina ad interporre un netto rifiuto”, avevano scritto i pentastellati in un comunicato.