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Texas, 21enne spara dentro un supermercato: 20 morti e 26 feriti, anche dei bambini. Fbi apre fascicolo per “terrorismo interno”

La polizia segue la pista del crimine d'odio dopo essere entrati in possesso di un suo manifesto suprematista che porterebbe le indagini in quella direzione

È di 20 morti, tra cui alcuni bambini, e 26 feriti il bilancio della strage a El Paso, Texas, dove un uomo, il 21enne Patrick Crusius, è stato arrestato con l’accusa di essere l’autore della sparatoria all’interno di un supermercato Walmart nel complesso commerciale di Cielo Vista. Le autorità seguono la pista del crimine d’odio dopo essere entrati in possesso di un suo manifesto suprematista che porterebbe le indagini in quella direzione, come ha spiegato Gren Allen, capo della polizia della città. Pista supportata anche dal fatto che la maggior parte dei clienti del supermercato sono ispanici. L’Fbi ha aperto un fascicolo per “terrorimo interno”.

Tra le 20 vittime c’è anche una donna di 25 anni con il figlio di due mesi in braccio, come ha riferito la sorella, Leta Jamrowski, dopo aver saputo che la sua familiare, Jordan Anchond, era stata uccisa al Walmart mentre stava comprando materiale per la scuola. La donna ha parlato con l’Associated Press mentre aspettava in una sala del centro medico universitario di El Paso dove il nipotino era in cura per delle fratture dovute alla caduta di sua madre. “Dalle ferite sul bimbo – ha spiegato – è probabile che mia sorella gli abbia fatto da scudo. Così quando è stata colpita con il piccolo in braccio, potrebbe esserci caduta sopra. Insomma, ha dato la sua vita per proteggerlo”.

Dopo la sparatoria, gli ospedali che hanno ricevuto i feriti hanno lanciato un appello per la raccolta di sangue per le trasfusioni. Alla richiesta hanno risposto subito in moltissimi, come mostrano le immagini delle tv americane.

Le prime ricostruzioni dell’accaduto sono state possibili grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso Crusius, 21enne di Allen, vicino Dallas, entrare dall’ingresso di un parcheggio con occhiali, pantaloni mimetici, t-shirt scura e un paio di cuffie, con un’arma che sembra un fucile automatico Ak-47. Dopo il ritrovamento di un manifesto suprematista, la polizia segue la pista dell’odio razziale, anche se non c’è per ora alcuna conferma ufficiale, con i profili social che sono sotto la lente d’ingrandimento.

Una volta fatta irruzione nel centro commerciale, il ragazzo ha dato inizio a un’ora di panico tra le centinaia di avventori che a quell’ora del weekend affollavano i negozi, bar e ristoranti del complesso. Molte famiglie stavano acquistando articoli di cartoleria per la scuola, che in Texas comincia tra un paio di settimane.

Dopo i primi spari c’è stato un fuggi fuggi generale, come mostrano le prime immagini scattate dai presenti con i telefonini e subito rilanciate dalle tv americane. L’area però è così grande che nessuno sapeva esattamente in che direzione scappare. Alcuni locali hanno attuato immediatamente il lockdown, isolandosi dal resto dello shopping center. Diversi visitatori hanno telefonato alle forze dell’ordine e hanno cominciato a mandare sms ai propri cari.

La polizia è arrivata in forze, insieme all’Fbi e alle ambulanze, ma è passata almeno un’ora prima della cattura dell’assalitore. “Davvero straziante. Stai al sicuro El Paso, per favore seguite tutte le indicazioni del personale di emergenza”, aveva twittato Beto O’ Rourke, tra i candidati più battaglieri contro la diffusione delle armi da fuoco. “Un atto di violenza odioso e assurdo”, ha accusato il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott.

“Terribile sparatoria a El Paso, Texas. Le notizie sono molto brutte, molte vittime. Stiamo lavorando con le autorità statali e locali e con le forze dell’ordine. Ho parlato con il governatore promettendo il totale sostegno del governo federale. Dio sia con tutti voi!“, ha twittato invece il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, continuando poi a cinguettare su temi di campagna elettorale.

Quella di sabato è la seconda di tre sparatorie di massa che hanno colpito gli Stati Uniti in pochi giorni, dopo quella del 29 luglio a San Jose, al festival del cibo, dove un 30enne ha aperto il fuoco uccidendo quattro persone, e poche ore prima di quella di Dayton, in Ohio, dove due uomini armati hanno tolto la vita ad almeno sette persone.