Cronaca

Americano bendato, i trattamenti inumani non appartengono al nostro dna. Se succede si paga

Intervenire su una vicenda dolorosa come quella dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è cosa estremamente delicata, perciò è necessario fare una premessa: non sappiamo nulla di concreto di cosa sia effettivamente successo nel momento in cui qualcuno ha scattato l’ormai famosa foto di Christian Gabriel Natale Hjorth bendato e ammanettato in un ufficio dell’Arma durante le fasi successive all’omicidio.

Non sapendo come stanno davvero le cose, perciò, nessuno può permettersi di emettere sentenze e possiamo limitarci a ragionare su ciò che apprendiamo dalle cronache. Non si sa chi abbia scattato quella foto, anche se è facile ipotizzare che potrebbe essere stato uno dei carabinieri che in quei momenti si muovevano convulsi negli uffici in cui erano stati portati i due giovanissimi autori dell’omicidio. Il fatto di aver bendato Natale Hjorth, ammanettato nei locali dell’Arma, è sicuramente grave, perché rappresenta un’inutile forma di ulteriore contenzione nei confronti di un arrestato che si trovava in una situazione compromessa oltre ogni possibile limite. La giustificazione, stando alle tante voci riportate dai media, forse sarebbe stata di averlo bendato per impedirgli di vedere la vicina sala intercettazioni.

Ma questi sono i “si dice” e i “forse”. La realtà è che le Forze dell’Ordine italiane non hanno nel proprio dna la mentalità di organizzare trattamenti inumani nei confronti degli arrestati, né tantomeno di sottoporli a inutili umiliazioni. E se succede, si paga. La dinamica classica è una sola: manette, interrogatorio del Pm e carcere, senza orpelli medievali. Anni fa una ferrea direttiva nazionale delle procure generali dispose che nomi e facce di indagati e arrestati non solo non fossero mostrati alle televisioni, ma non dovessero essere neanche forniti nelle conferenze stampa.

La forma mentis di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – forma mentis di cui spesso si parla a sproposito – perciò è: pochi fronzoli e in galera. Poi, come spesso capita in questo Paese, le maglie di quella disposizione “ferrea” si sono allentate fino ad arrivare al tragicomico video-trailer con colonna sonora emozionale organizzato dal ministero della Giustizia in occasione del rientro di Cesare Battisti dal Brasile. Ma questa è politica (almeno quella attuale), le forze di Polizia sono cosa diversa.

La foto del giovane bendato ha scatenato un putiferio. Una mano a noi ancora ignota non solo l’ha scattata, ma l’ha anche diffusa. Bendare un uomo non significa certo torturarlo, sia chiaro. Ma, dopo le peripezie giudiziarie di Amanda Knox, che negli Usa è ritenuta una specie di vittima della Giustizia italiana, il fatto ha assunto una dimensione sovranazionale (si dimentica però che la Knox è stata assolta dalla “mostruosa” macchina giudiziaria italiana, mentre in America si mettono a morte senza prove anche i ritardati mentali, perché giudici e governatori non intendono perdere i propri bacini elettorati forcaioli).

Quindi oggi si teme che gli americani, spaventati da quella foto e dalle possibili conseguenze di un lungo iter come nel processo per il delitto Meredith Kercher (ma, al contrario del caso Kercher, le responsabilità sono certe), possano chiedere l’estradizione negli Usa dei due assassini di Cerciello Rega. Ma è un’ipotesi non realistica. L’estradizione sussiste solo quando – in soldoni – un americano commette un crimine negli Usa e poi scappa in Italia, dove poi viene arrestato su provvedimento di cattura internazionale e riconsegnato alle autorità d’Oltreoceano.

Elder e Natale Hjorth invece il crimine lo hanno commesso in Italia, perciò saranno processati da noi senza possibilità di estradizione. Le autorità americane potrebbero, dopo la sentenza definitiva, chiedere che parte della pena sia espiata negli Usa, ma sono cose che si vedranno in futuro. È sceso in campo perfino Alan Dershowitz, il guru degli avvocati statunitensi, spiegando in un’intervista a La Stampa come negli Usa, per un episodio del genere, il processo sarebbe annullato, ma siccome siamo in Italia questo non sarà possibile perché i codici sono diversi.

Per fortuna: qui nessun giudice infatti condannerà mai all’ergastolo un poveraccio senza prove solo per soddisfare un elettorato. Dershowitz propone inoltre una strada diplomatica, cioè una protesta formale di Washington per il trattamento illegale riservato agli imputati onde ottenere il processo negli Usa, ma anche questa è una strada senza uscita perché l’episodio della bendatura non è abbastanza rilevante da spingere gli americani a forzare la mano a un paese amico come l’Italia. Ci si potrebbe anche appellare, dice sempre Dershowitz, alle corti europee.

Ma sono parole al vento. Ci si dimentica che un ragazzo di 35 anni è stato ammazzato con undici coltellate da un quasi adolescente forse reso folle da alcol e droghe. Non mancano le visioni complottistiche. La prima tesi non verificata: che la foto del ragazzo bendato sia stata scattata per vendetta nei confronti dell’ufficiale dell’Arma che ha condotto l’indagine, che  – come ricostruiscono alcuni giornali online – sarebbe uno dei carabinieri coinvolti nell’abbattimento del muro di gomma del caso Cucchi.

La seconda ipotesi complottistica, non verificata: la Cia, memore del caso Knox, si sarebbe accordata con “qualcuno” per far bendare e poi fotografare il ragazzo, in modo da far scoppiare il caso e sottrarre i due assassini alla Giustizia italiana. Ma la verità è, come abbiamo detto all’inizio, che non conosciamo i fatti, per cui nessuno può emettere sentenze e bisogna solo rimettersi alle indagini delle procure di Roma, di quella militare e alla disciplina dell’Arma. Il resto è solo fumo, sotto il quale resta il dolore straziante della famiglia di Mario Cerciello Rega.