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Lega, bilancio 2018 in perdita per 16,5 milioni. I 49 milioni, spalmati su 76 anni a interessi zero, scendono a 18,4. Boom di donazioni

Sottratti i 3 milioni già sequestrati, il "valore netto attualizzato" che il partito restituirà allo Stato in rate da 600mila euro annui è il 60% in meno rispetto ai rimborsi elettorali indebitamente incassati. I contributi da persone fisiche salgono a 7 milioni grazie ai versamenti dei parlamentari, ministri e consiglieri regionali. Tra le aziende quella che ha contribuito di più è un produttore di liquidi per sigarette elettroniche. 10mila euro sono arrivati dall'azienda delle patatine Pata

Togli i 3 milioni già sequestrati e spalma i 46 che rimangono su 76 anni e senza interessi. Risultato: grazie all’accordo raggiunto lo scorso settembre con i pm i famosi 49 milioni di fondi che la Lega deve restituire allo Stato calano a poco più di 18 di “valore netto attualizzato”. Non male, come converrà chiunque abbia un mutuo. Quel debito, comunque, manda in profondo rosso il bilancio federale 2018 del Carroccio, che si chiude con una perdita di 16,4 milioni contro il rosso di 1,15 milioni registrato l’anno prima, quando l’arrivo al governo era ancora lontano. In compenso, come emerge dal rendiconto pubblicato ieri sul sito del partito e approvato il 14 giugno scorso dal consiglio federale (la data riportata sul documento, “14 giugno 2018”, è evidentemente sbagliata), i contributi versati da persone fisiche e persone giuridiche hanno superato quota 7 milioni di euro: nel 2017 non arrivavano al milione. Merito, in gran parte, dei soldi versati da parlamentari, membri dell’esecutivo e consiglieri regionali.

Gli 8 milioni di proventi della gestione caratteristica derivano per 922mila euro dal 2 per mille Irpef di 81.405 contribuenti che hanno messo la firma in dichiarazione dei redditi per finanziare il partito e per il resto dai contributi da persone fisiche – 6,9 milioni – a cui vanno sommati 151mila euro arrivati da persone giuridiche. Il bottino del 2 per mille risulta più che dimezzato rispetto alla cifra messa a segno nell’esercizio precedente, ma c’è una spiegazione: a fine 2017 il partito si è sdoppiato in Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e “nuova” Lega per Salvini Premier, che ha doppiato il vecchio Carroccio portando a casa lo scorso anno 2 milioni e 40mila euro grazie a 187mila preferenze espresso e chiudendo il bilancio con 1,2 milioni di avanzo.

Per quanto riguarda i donatori, la lista di quelli che hanno versato più di 5mila euro – pubblicata come prevede la normativa sulla trasparenza – comprende tutti i deputati e senatori del Carroccio con versamenti da poco più di 20mila a 44mila euro, somma che in alcuni casi sale per i ministri: il titolare dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio per esempio si è “autotassato” per 51.500 euro, il neo titolare degli Affari europei Lorenzo Fontana ne ha girati ben 56mila mentre Giulia Bongiorno si è fermata a 24mila e il leader Matteo Salvini ha scelto una via di mezzo e ne ha sborsati 36mila. Le donazioni da aziende nel rendiconto nazionale sono solo due: 100mila euro dall’azienda di liquidi per sigarette elettroniche Vaporart e 10mila dalla società di trasporti e consegne Derby group di Catignano (Pescara). Altri cadeaux emergono però dai rendiconti delle 13 strutture territoriali: per esempio la Pata di Castiglione delle Stiviere (patatine), il Consorzio agrario di Cremona e la sgr Kairos partners hanno donato 10mila euro ciascuno alla Lega lombarda e la Società agricola biogreen ne ha destinati 30mila alla Liga veneta, che ne ha ricevuti altri 10mila da Giulia società agricola. Nessun soggetto straniero risulta aver rimpolpato le casse di via Bellerio.

Sottratti dagli 8 milioni di ricavi gli oneri per la gestione caratteristica, pari a 5,5 milioni tra cui 656mila euro di stipendi per i 9 dipendenti, il risultato economico è positivo per 2,5 milioni. Una “inversione di segno” rispetto agli esercizi precedenti affossati dall’abolizione nel 2013 del finanziamento pubblico, sottolinea la Relazione sulla gestione. Salgono a 863mila euro, dai poco più di 40mila del 2017, le disponibilità liquide su conti bancari e depositi postali. Sono i proventi e oneri straordinari a mandare in rosso l’ultima riga del bilancio, e a pesare sono proprio i quasi 49 milioni di euro accumulati grazie a una truffa allo Stato sui rimborsi elettorali per la quale sono stati condannati Umberto Bossi e Francesco Belsito. Come è noto, lo scorso anno la procura di Genova ha accordato al partito la possibilità di restituirli a rate di 100mila euro a bimestre, dunque 600mila euro l’anno. La prima verrà pagata quest’anno. 

Quanto alle articolazioni territoriali, otto su 13 hanno chiuso in rosso (la Lega lombarda di ben 2 milioni per effetto del sequestro giudiziario sui suoi conti) mentre registrano un piccolo utile Lega Nord Alto Adige, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Marche ed Emilia.