Diritti

Spadafora: “Salvini ha aperto la scia dell’odio maschilista contro Carola”. Lui “Se sono brutto e cattivo si dimetta”

Il sottosegretario con delega alle Pari opportunità a Repubblica: "In Italia c'è pericolosa deriva sessista". E attacca il ministro dell'Interno, che poco dopo replica: "Cosa ci fa all'esecutivo con me?". Il Carroccio in difesa del leader. Di Maio: "Quanto casino per un'intervista". Annullata all'ultimo minuto la cabina di regia sui centri antiviolenza e la conferenza stampa congiunta con la ministra leghista Bongiorno

“Salvini ha aperto la scia dell’odio maschilista contro la capitana della Sea-Watch Carola“. L’attacco contro il governo questa volta è arrivato dal sottosegretario M5s con delega alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora. “In Italia c’è una pericolosa deriva sessista”, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. E “gli insulti contro le donne arrivano dalla politica”. Frasi che hanno aperto una nuova crisi dentro l’esecutivo. Subito il Carroccio si è schierato compatto in difesa del ministro dell’Interno, approfittando della situazione per chiedere un passo indietro dell’esponente M5s che, da sempre, è sotto osservazione per le sue posizioni sui diritti civili. Quindi a ipotizzarne le dimissioni è stato lo stesso Salvini: “Cosa sta a a fare al governo con me? Sta al governo con un pericoloso maschilista? Se pensa che sono così brutto e cattivo, fossi in lui mi dimetterei. Non ritenendomi io razzista e maschilista non ho nulla da rispondere”. Anche se, ha ribadito, fosse per lui l’esecutivo non ha alcun problema di tenuta: “Per me il governo dura altri 4 anni”, ha aggiunto, “spero, certo se ogni giorno c’è un sottosegretario del Movimento 5 stelle che si alza la ‘spara’, diventa impegnativo. Lavorassero, se invece hanno voglia di fare polemica io son qua a fare il mio lavoro e vado a fare un giro nel centro liberato”.

Luigi Di Maio è intervenuto poco dopo cercando di ridimensionare gli attacchi: “Tutto questo caos per una intervista mi sembra assurdo”, ha detto. “E poi voglio dire… in passato i leghisti mi hanno dato del Renzi e mica mi sono messo a lagnare. Rientra nella dialettica politica, ci sta che ogni tanto qualcuno possa dire la sua. Continuiamo a lavorare e basta”. La prima a parlare è stata la ministra leghista per gli Affari regionali Erika Stefani: “Il ruolo di Spadafora va ripensato”, ha detto. Per il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari, le alternative sono solo due: “Scuse o dimissioni”. Il primo segnale della crisi in mattinata era stato l’annuncio da parte dello stesso Spadafora dell’annullamento “per motivi personali” della Cabina di regia per l’attuazione del Piano sulla violenza contro le donne e la successiva conferenza stampa con la ministra leghista per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno (prevista oggi alle 12). In difesa di Spadafora è intervenuto il presidente della Camera Roberto Fico: “C’è motivo per dimettersi? Certo che no. Quando interviene pubblicamente interviene nel’ambito delle sue competenze, perché ha analizzato un dato che, con la sua delega, vuole combattere”.

Spadafora, già portavoce e braccio destro di Luigi Di Maio, nonché ex garante dell’Infanzia, è stato designato sottosegretario con delega alle Pari opportunità. Il suo ruolo di fedelissimo del vicepremier M5s in passato aveva sollevato numerose polemiche. Dall’inizio della legislatura si è già più volte schierato contro le posizioni del Carroccio in tema di diritti: a giugno 2018 ha partecipato al gay pride di Napoli; ha più volte ribadito che il ddl Pillon sull’affido condiviso “non sarà mai legge”; ha definito il World Family Congress di Verona “la fiera dell’ipocrisia”. Nell’intervista a Repubblica, Spadafora ha messo sotto accusa la comunicazione di Salvini: “Come facciamo a contrastare la violenza sulle donne, se gli insulti alle donne arrivano proprio dalla politica, anzi dai suoi esponenti più importanti?”, ha detto. Un esempio di insulti contro le donne sono “gli attacchi verbali del vicepremier alla capitana Carola” definita “criminale, pirata, sbruffoncella. Parole, quelle di Salvini, che hanno aperto la scia dell’odio maschilista contro Carola, con insulti dilagati per giorni e giorni sui social”. Per i centri antiviolenza di genere “abbiamo messo in campo più fondi, quest’anno 37 milioni di euro” ha aggiunto però che “vogliamo essere sicuri che vengano rispettati i requisiti previsti dall’intesa che proprio i centri hanno firmato con il governo”. E per i controlli ci sarà anche “una task force di ispettori”.

Contro il sottosegretario ha parlato la ministra del Carroccio Stefani: “Utilizzare il dramma della violenza che troppe donne hanno subito o subiscono per attaccare Salvini è vile. Un comportamento che male si addice a chi ha un incarico di governo così delicato come quello che ricopre Spadafora e che quindi andrebbe ripensato. Sono costernata. La politica non dovrebbe mai arrivare a questo livello”. Il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari è andato oltre: “La gravità delle parole del sottosegretario Spadafora nei confronti del ministro Salvini è sotto gli occhi di tutti. Si può anche dissentire dal pensiero di un membro del governo di cui si fa parte, ma c’è modo e modo e a tutto, comunque, c’è sempre un limite. Delle due l’una: Spadafora si scusi subito o si dimetta”. Stesso tono usato anche dal senatore della Lega Massimiliano Romeo: “Parole gravi e inopportune. Accusare Salvini di essere l’artefice di ogni male e di qualsivoglia nefandezza è un vizio, poco edificante, che certa politica non vuole proprio perdere”. E ha concluso: “Ricordo al sottosegretario l’impegno concreto che la Lega, per il tramite del ministro Giulia Bongiorno, ha profuso su tematiche importantissime come l’approvazione del codice rosso, o quello di tanti senatori e senatrici su provvedimenti che contrastano i fenomeni di stalking e di prevaricazione sulle donne. Tutto chiaro, tutto evidente, a dimostrazione di dove si colloca la Lega nei confronti di così delicate fattispecie. Non accettiamo, dunque, offese gratuite o lezioni morali da nessuno: Spadafora rifletta sulle sue parole e ci porga delle scuse, o se preferisce le sue dimissioni”.

Critiche anche dal Partito democratico. Ma contro lo stesso Spadafora: “Nessuna polemica o gioco delle parti sulla pelle delle donne, si cerchi visibilità altrove”, ha detto la senatrice dem Valeria Valente. “Il sottosegretario Spadafora dovrebbe evitare di ingaggiare una strumentale battaglia politica sul contrasto alla violenza di genere con il suo stesso governo e pensare solo ad attuare più velocemente il piano antiviolenza, sostanzialmente bloccato da oltre un anno. Esempio ne sia quanto accade oggi: Spadafora attacca Salvini per prendersi un titolo sul giornale”. Il sottosegretario, se non ha replicato a Salvini, ha invece risposto alle accuse dei democratici: “Leggo surreali commenti, soprattutto di esponenti del Pd sulle azioni che non si starebbero realizzando a favore delle donne. Da questo partito ho ereditato un Piano strategico contro la violenza delle donne che era un libro dei sogni con zero risorse. Abbiamo impiegato qualche mese perché appunto abbiamo dovuto trasformare l’aria fritta scritta dal Pd in azioni concrete, misurabili e indicando le relative risorse economiche”.