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Televisione

Storie Maledette, Antonio Ciontoli in lacrime davanti a Franca Leosini: “Quanto vale la vita di Marco Vannini? L’ergastolo” - 2/3

Nella seconda parte dell’intervista andata in onda ieri sera, la conduttrice torna a definire “assurda” la condotta del sottufficiale della marina che la notte del 17 maggio 2015 ha portato alla morte del fidanzato della figlia Martina, Marco Vannini, ma al tempo stesso Franca Leosini parla di una gogna mediatica scatenata da alcune trasmissioni contro i Ciontoli

CIONTOLI: “VORREI VIVERE IL DOLORE CON I GENITORI DI MARCO” – Nel frattempo, però, Ciontoli parla di quello che sta affrontando oggi. “La mia vita non ha più un senso, sono ben consapevole di quanto male ho fatto ai genitori di Marco, Marina e Valerio, ma anche ai miei familiari, a Viola e ai suoi genitori” dice. E aggiunge: “Oggi il mio obiettivo più grande è quello cercare un piccolo spiraglio da parte dei genitori di Marco. Spero che possano avere misericordia e perdono per me. Aspetto un loro segnale”.

IL PROCESSO – Si entra poi nel procedimento giudiziario. Da un lato il sottufficiale, gli interventi dei suoi legali e la stessa Leosini con una verità, atti alla mano, difficile da confutare: per i giudici a sparare è stato proprio il sottufficiale. Dall’altro lato il dolore del papà e della mamma di Marco, i racconti dei vicini di casa e di Davide Vannicola, commerciante di Tolfa che accusa l’ex comandante dei carabinieri, indagato per favoreggiamento e falsa testimonianza, di aver suggerito a Ciontoli di prendersi la colpa per scagionare il figlio.

CIONFOLI SCREDITA I TESTIMONI – Ciontoli ne ha per tutti. “Il commerciante di Tolfa (lo definisce ‘millantatore’, ndr) non lo conosco”, “Izzo l’ho visto due o tre volte in tutta la mia vita” dice. L’ipotesi che quella notte potesse non essere presente in casa, alimentata dalle dichiarazioni rese in tv da una vicina, viene definita “pura fantasia macabra”. E poi ci sono le voci ascoltate da un’altra vicina che sembravano segnalare un litigio poco prima dello sparo, con Martina che avrebbe detto: “Lo vedi papà, lo vedi papà”. “Poteva riferirsi a qualsiasi cosa” dice Ciontoli. Ci sono poi le intercettazioni nella caserma dei carabinieri di Civitavecchia. Martina disse a Federico e Viola: “Ho visto quando papà gli ha puntato la pistola”. Ciontoli conferma la sua versione: “Martina non era presenta, ma racconta quello che le avevo detto, come se l’avesse vissuto”. Franca Leosini ripropone le immagini di Martina che si dispera per la morte del fidanzato: “Si fanno vedere sempre quelle dove utilizza il cellulare, ma esistono immagini di questa ragazza che si dispera per ore”.