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Autostrade: “Parere Mit diffuso in modo pilotato. Revoca obbliga a indennizzo”

La società del gruppo Benetton contesta il metodo con cui è stata diffusa la relazione della commissione. Secondo la lettura che dà il M5s, gli esperti considerano nulle o non applicabili le clausole per eventuali risarcimenti. La nota: "La sussistenza di tale obbligo di indennizzo è confermata anche dalla relazione"

Il parere della commissione di giuristi del ministero delle Infrastrutture è stato fatto trapelare “in modo pilotato e parziale” senza che Autostrade ne fosse a conoscenza. In una nota la società del gruppo Benetton critica la diffusione di notizie in merito alla relazione degli esperti consegnata al Mit sulla possibile revoca della concessione ad Aspi per il crollo del Ponte Morandi. Le indiscrezioni riportate da una sintesi che circola tra i ministri M5s parlano di una possibile strada per arrivare alla revoca, un “grave inadempimento” che secondo la commissione – sempre in base alla lettura che ne fa la componente Cinquestelle – renderebbe nulle  alcune clausole della convenzione che prevedono risarcimenti per risoluzione anticipata. Una lettura contestata da Autostrade che replica: “I termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un indennizzo“.

“Autostrade per l’Italia dichiara di non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso e di aver appreso solo da notizie di stampa dell’esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit”,si legge nella nota. Aspi “contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere”. La società del gruppo Benetton tiene poi a ribadire, appunto, che “i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti”.  “La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione”, conclude Autostrade.

Gli esperti hanno precisato che Aspi potrà chiedere il risarcimento in sede contenziosa e non si può escludere che li ottenga. Cifre possibili, però, nell’abstract, non ce ne sono. Domenica sera Luigi Di Maio ha rivendicato che “noi ci stiamo muovendo nel rispetto del contratto di concessione e nel solco dei contratti in essere”. Lo stesso ministro dello Sviluppo è tornato sul tema delle eventuali penali che Mediobanca aveva calcolato in una possibile entità di 22 miliardi e che Autostrade farebbe lievitare a 25 miliardi. Ma Di Maio ha ricordato che la stessa convenzione con Autostrade “parla chiaro”: all’articolo 9 bis – spiega – prevede che il diritto a indennizzo-risarcimento del concessionario sussiste “nel rispetto del principio dell’affidamento“. Di fronte a gravi inadempienze come il crollo del Ponte di Genova, ha concluso Di Maio “è evidente che questo principio viene a mancare”. In particolare, spiega la Commissione, il crollo del viadotto ha comportato “la mancata restituzione di un bene” che la società doveva custodire e restituire integro.