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Andrea Camilleri, Vittorio Sgarbi difende Feltri: “E’ stato prudente e misurato. Ha espresso solo insofferenza per Montalbano”

"Mi dispiace se muore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato", aveva scritto Vittorio Feltri a proposito dello scrittore siciliano. E il critico letterario ha preso le sue difese

Da lunedì scorso Andrea Camilleri è ricoverato in rianimazione dopo un arresto cardiaco, Vittorio Feltri intervenendo a Radio 2 aveva così commentato la notizia: “Mi dispiace se muore. Però mi consolerò pensando che Montalbano non mi romperà più i coglioni. Basta, mi ha stancato”. Concetto che aveva già accennato su Libero dove parlando del famoso commissario aveva aggiunto “un terrone che ci ha rotto i coglioni almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito Democratico, il peggiore del mondo”.

Parole che hanno suscitato la reazione dei giornalisti Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo che hanno scritto una lettera a Carlo Verna, presidente del Consigilio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti: “Caro presidente, abbiamo deciso di autosospenderci dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti perché ci consideriamo incompatibili con l’iscrizione all’albo professionale di Vittorio Feltri”. Per poi aggiungere che “le parole di Feltri su Camilleri e le sue opere hanno rappresentato per noi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ne va della credibilità di ognuno di noi e della nostra categoria. Adesso basta. O noi o lui.”

Alle loro parole ha replicato Vittorio Sgarbi che in articolo pubblicato da Il Giornale li ha definiti “due anime belle” difendendo poi Feltri che “ha espresso in modo brutale un suo malumore, più letterario che umano, attraverso la formula della stroncatura. E’ stato prudente e misurato”. Analizzando dunque le sue parole: “Quindi, letteralmente, rammarico per le condizioni di salute della persona, insofferenza per Montalbano che è una creatura letteraria, come Harry Potter, come Don Rodrigo, come Jago.”

Sgarbi continua la sua difesa del direttore di Libero: “Pare più grave quello che loro due dicono di lui, soprattutto in considerazione del fatto che l’articolo 21 della Costituzione garantisce la libertà di critica, anche severa, adottata da Feltri. ‘Quel terrone che ci ha rotto i cog… per noi figli del Sud è inaccettabile. Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia’. Ma Feltri non ha neppure usato la parola «terrone» nei confronti di Camilleri, si è limitato a manifestare antipatia per il personaggio di Montalbano.”