Il tema è tornato al centro del dibattito delle ultime settimane in seguito all’anniversario della strage di Capaci. Giovanni Falcone viene assassinato 22 anni fa insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta; la sua storia di uomo chiave nella lotta alla mafia ruota tutta attorno a Palermo, la città dove Falcone è nato e dove svolgerà da magistrato le attività più importanti. Una storia che inizia nel 1979, anno dell’arrivo all’Ufficio istruzione del tribunale e si conclude il 23 maggio del 1992, quando cento chili di esplosivo pongono fine alla sua esistenza e alla sua guerra contro Cosa Nostra. Già nella sua prima inchiesta sul costruttore narcotrafficante Rosario Spatola – dice il professore Salvatore Lupo, uno dei massimi studiosi di mafia in Italia – Giovanni Falcone imprime subito quello che resterà il suo metodo e cioè “seguire i soldi”. Quell’inchiesta porterà Falcone, e il pool antimafia, al maxiprocesso di Palermo e a raccogliere le dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta, decisive per il procedimento: “La prima vera vittoria – commenta Salvatore Lupo – dello Stato contro la mafia”.