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Julian Assange, il tribunale svedese rigetta la richiesta di arresto per stupro

Il fondatore di WikiLeaks attualmente si trova in un carcere britannico dopo l’espulsione dall’ambasciata dell’Ecuador: il pubblico ministero avevo chiesto la sua detenzione e di conseguenza l'estradazione, ma secondo il giudici di Uppsala potrà essere interrogato quando avrà scontato la pena in Gran Bretagna

Il tribunale svedese di Uppsala ha rigettato la richiesta di arresto per Julian Assange nel processo a suo carico per violenza sessuale. Questo significa che il pubblico ministero non potrà richiedere immediatamente la sua estradizione dalla Gran Bretagna. Il fondatore di WikiLeaks attualmente si trova in un carcere britannico per violazione della cauzione dopo l’espulsione dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra che gli aveva dato asilo.

L’inchiesta svedese, che si era fermata nel 2017 dopo che Assange si era appunto rifugiato nell’ambasciata, è stata riaperta a metà maggio scorso. Una donna lo ha accusato di averla stuprata in Svezia nel 2010, ma il cyber-attivista australiano ha sempre negato. Su Assange pende anche una richiesta di estradizione negli Usa per aver diffuso documenti coperti da segreto.

Il viceprocuratore capo, Eva-Marie Persson, aveva fatto riferimento al rischio di fuga di Assange e per questo aveva sollecitato l’arresto e la detenzione. Secondo il giudice, invece, il 47enne australiano potrà essere interrogato quando avrà finito di scontare la pena in Gran Bretagna.