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Popolare di Bari, sì a richiesta di risarcimento a Bruxelles per il caso Tercas dopo la sentenza della Corte Ue

Il Tribunale dell’Unione ha annullato la decisione che vietava l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi a sostegno dell’istituto di credito pugliese. Divieto che obbligò poi alla costituzione dello schema volontario del Fitd

Il cda della Banca Popolare di Bari ha deciso all’unanimità di fare richiesta di risarcimento danni alla Commissione europea per la vicenda Tercas, dopo che il Tribunale dell’Unione ha annullato la decisione di Bruxelles che vietava l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi a sostegno dell’istituto di credito pugliese. Divieto che obbligò poi alla costituzione dello schema volontario dello stesso Fitd.

Nel 2013 la Popolare di Bari aveva manifestato interesse a sottoscrivere un aumento di capitale di Banca Tercas, in amministrazione straordinaria dall’anno prima per irregolarità constatate dalla Banca d’Italia. Tra le condizioni c’era però la copertura da parte del Fondo Interbancario del deficit patrimoniale della Tercas. L’intervento del Fitd fu approvato da via Nazionale. Bruxelles aprì un’indagine approfondita e il 23 dicembre 2015 arrivò alla conclusione che le misure proposte costituivano un aiuto di Stato. L’Italia ha fatto ricorso e due mesi fa il Tribunale dell’Unione europea le ha dato ragione.

La Popolare di Bari intanto ha chiuso il bilancio 2018 con una perdita netta consolidata di 372,1 milioni e una perdita al lordo delle imposte di 287,4 milioni. L’istituto sta preparando un “Piano di conservazione del capitale” da sottoporre alle autorità di vigilanza con l’obiettivo di “riportare in tempi brevi i ratios su valori superiori alle soglie Ocr correnti”, ovvero dei requisiti patrimoniali complessivi.