Capitoli

  1. Spagna, dietro la crescita record ci sono esplosione del debito e salari bassi che aumentano la competitività
  2. La bolla immobiliare e l'effetto domino sulle banche
  3. Il prezzo pagato dagli spagnoli: licenziamenti facili e taglio delle pensioni
  4. Disoccupazione dimezzata ma salari più bassi: così vola l'export
  5. La manovra anti austerity bocciata dal Parlamento
Economia

Il prezzo pagato dagli spagnoli: licenziamenti facili e taglio delle pensioni - 3/5

Il Paese è primo nell'Eurozona per progresso del pil e l'export pesa per il 33%, 8 punti in più rispetto al 2007. La crisi iniziata con lo scoppio della bolla immobiliare ha travolto il sistema bancario, salvato con soldi pubblici. Poi sono arrivate le riforme nel segno dell'austerity. A sopportare la fatica del risanamento sono stati lavoratori e contribuenti. La manovra di Sànchez avrebbe innalzato salario minimo e pensioni: il Parlamento l'ha bocciata

Per uscire dal pantano è dovuto intervenire lo Stato. Principalmente in due modi, con la creazione di una bad bank per aiutare il sistema bancario a smaltire le sue “sofferenze” e varando una legislazione del lavoro improntata a criteri di maggiore flessibilità, ossia facilità di licenziare. Oltre ad una doppia riforma delle pensioni, prima nel 2011 e poi nel 2013, con innalzamento dell’età del ritiro e taglio agli assegni sotto forma di minore indicizzazione all’inflazione. Il sostegno alle banche è stato gestito anche attraverso il ricorso all’apposito fondo europeo Efsf (poi diventato Esm). Ricorrere a questi aiuti ha una contropartita: obbliga il paese a sottostare a delle condizionalità. Ossia ad effettuare scelte di politica economica coerenti con le indicazioni delle autorità europee. Il costo dei salvataggi bancari e dei sussidi ai disoccupati ha portato il debito pubblico iberico dal 40 al 100% del Pil, fardello che graverà sul paese sotto forma di spese per interessi. La linfa del credito è però tornata a scorrere e l’economia si è rimessa in moto. Rimane il dubbio se risultati analoghi non avrebbero potuto essere conseguiti in modo meno cruento per la popolazione. Anche perché nel frattempo le banche sono tornate a distribuire maxi stipendi con 161 manager del settore che oggi guadagnano oltre un milione di euro.