Capitoli

  1. Carcere di Viterbo, le lettere dei detenuti: “Un mondo infernale”, “Cicatrici in testa per le botte”. Tre suicidi solo nel 2018
  2. Le lettere inviate al garante
  3. L’istituto disciplinare
  4. La storia di Hassan Sharaf
  5. Una vicenda piena di anomalie
  6. Le altre inchieste
  7. L’interrogazione parlamentare
  8. La visita del comitato per la prevenzione della tortura
  9. Il clima di tensione
Diritti

La visita del comitato per la prevenzione della tortura - 8/9

Da un anno i detenuti scrivono ad Antigone e al Garante del Lazio, raccontando della "cella liscia", dei "calci e pugni" in faccia, di aver perso la vista a un occhio. Dopo l'esposto di Anastasia è partita un'indagine. Sono già 4 i fascicoli aperti: un altro riguarda un episodio di violenza, due sono sui morti impiccati. Intanto, dopo l'omicidio dello scorso marzo, anche la polizia penitenziaria protesta: "Muro di fango eretto ad arte"

Nel frattempo, a fine marzo, il Consiglio d’Europa ha inviato una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene per esaminare la condizione dei detenuti sottoposti al regime 41-bis e all’isolamento. Il Comitato ha condotto una visita di dieci giorni e ha elaborato una relazione da consegnare al Consiglio. “Non ne conosciamo l’esito, ma in forma riservata verrà inviata al Governo – spiega il Garante a ilfattoquotidiano.it – che avrà un mese di tempo per rispondere. Poi la relazione verrà resa pubblica”.