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Unicredit, accordo con le autorità Usa: pagherà 1,3 miliardi di dollari per violazione delle sanzioni contro l’Iran

Tre i patteggiamenti con dipartimento di Giustizia, Fed e dipartimento dei servizi finanziari. La parte più rilevante riguarda la controllata tedesca Hvb. Le somme dovute, fa sapere il gruppo, sono interamente coperte dagli accantonamenti stanziati

UniCredit ha trovato un accordo con le autorità Usa e ha accettato di pagare 1,3 miliardi di dollari, 1,15 miliardi di euro al cambio attuale, per aver violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran e altri paesi. Lo ha annunciato il Dipartimento del Tesoro statunitense. Si tratta di tre patteggiamenti separati. Uno da 611 milioni di dollari da versare al dipartimento di Giustizia e alla Fed. Un altro da 157 milioni da corrispondere esclusivamente alla Federal Reserve e 405 milione al Dipartimento dei servizi finanziari. La parte più rilevante riguarda la controllata tedesca Hvb. I patteggiamenti che risolvono le inchieste dell’Ofac, il braccio operativo del Tesoro sulle violazioni presunte di vari programmi di sanzioni, inclusi quelli legati alla proliferazione di armi di distruzione di massa e al terrorismo globale, in paesi come Myanmar, Cuba, Iran, Libia, Sudan e Siria. Unicredit peraltro dovrà versare proprio all’Ofac, a titolo di sanzione pecuniaria, una somma pari a circa 105,9 milioni di dollari.

Le somme dovute dal gruppo e dalle controllate in Austria e Germania sono interamente coperte dagli accantonamenti stanziati. L’ammontare oggetto dell’accordo transattivo – spiega la banca – porterà ad una liberazione delle risorse accantonate nel primo trimestre del 2019 a livello di gruppo, con un impatto positivo sul conto economico, al netto delle tasse, pari a circa 300 milioni di euro e avrà un’ulteriore impatto positivo sul ratio Cet1 pari a circa +8,5 punti base.

In base agli accordi transattivi, Unicredit e le sue controllate sono tenute ad attuare e mantenere impegni di conformità volti a ridurre al minimo il rischio di reiterazione dei comportamenti che hanno dato luogo alle presunte violazioni. In particolare il senior management deve impegnarsi a promuovere una “cultura della compliance” in tutta l’organizzazione. Ogni banca deve poi attuare adeguati controlli interni e fornire una formazione adeguata a supporto degli sforzi di compliance.

Prima dell’avvio e nel corso delle indagini, Unicredit fa sapere di aver volontariamente implementato un piano correttivo sia a livello globale che a livello di ogni singola banca al fine di rafforzare le proprie policy, procedure, supporti e controlli necessari a garantire il pieno rispetto del regime sanzionatorio e degli obblighi di controllo interno di volta in volta applicabili.