Economia

Industria, a febbraio produzione cresce per il secondo mese consecutivo. “Nel primo trimestre recessione alle spalle”

Secondo i dati Istat, l'inizio del 2019 ha invertito il trend dopo i quattro mesi negativi di fine 2018. E rispetto allo stesso mese del 2018 si registra il primo aumento da ottobre. Resta in negativo il settore auto che vede diminuire la produzione del 10% rispetto a un anno prima

La produzione industriale italiana cresce per il secondo mese consecutivo: dopo il +1,7% di gennaio (rivisto a 1,9), a febbraio arriva un’altra variazione congiunturale positiva, +0,8%, superiore alle attese. Secondo i dati Istat, l’inizio del 2019 ha invertito il trend dopo i quattro mesi di cali di fine 2018: un recupero che, stando all’istituto di ricerca Prometeia e all’ufficio studi di Barclays, contribuirà all’uscita dalla recessione tecnica in cui l’Italia è finita nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. I due istituti stimano per il primo trimestre 2019 una crescita piatta ma Barclays non esclude di rivedere la previsione al rialzo specie se “le pressioni per la diminuzione delle scorte, che hanno causato la contrazione del Pil negli ultimi due trimestri del 2018, si stabilizzeranno”. “Come abbiamo già segnalato, il momento peggiore sembra sia stato superato e la recessione lasciata alle spalle”, scrive invece Prometeia.

I dati Istat mostrano che anche su base annua c’è una modesta dinamica espansiva, con un aumento dello 0,9% nei dati corretti per il calendario. È il primo aumento dal mese di ottobre 2018, sostenuto principalmente dal buon risultato ottenuto dai beni di consumo (+4,7% su base annua, +3,2% sul mese) e, in misura inferiore, dai beni strumentali (+1,5% su anno, +1,1% sul mese). Il dato negativo arriva dal settore auto: la produzione a febbraio è diminuita del 10% rispetto allo stesso mese del 2018. Nella media dei primi due mesi dell’anno la flessione tendenziale è del 13,8% per cento.

I settori di attività economica che registrano le variazioni tendenziali positive più rilevanti sono le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+11,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,3%) e la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,4%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-13,9%), nell’industria del legno, della carta e stampa (-5,4%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-2,8%). In generale i beni intermedi calano dell’1,1% rispetto al 2018 (su mese +0,2%) mentre diminuisce ancora di più il comparto dell’energia (-4,1% su anno, -2,4% da gennaio).

Dopo l’exploit della produzione industriale di gennaio, l’andamento positivo viene dunque confermato anche a febbraio. Nonostante questo, sottolinea l’Istat, “la variazione congiunturale degli ultimi tre mesi continua a evidenziare un segno negativo, seppur di entità notevolmente ridotta”. Il trimestre mobile dicembre-gennaio-febbraio registra infatti ancora un calo dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. “Alla luce dei risultati dei primi due mesi dell’anno, è difficile che la produzione industriale nel primo trimestre del 2019 non sia in crescita”, aggiungono i tecnici dell’Istituto di statistica presentando i dati. “Anche con un brutto calo come quello tendenziale del 6% previsto da Confindustria per marzo, avremmo un primo trimestre positivo”, osservano.

“Queste crescite, pur inserendosi in un contesto di dati statistici prevalentemente negativi, rendono meno probabile che il dato sul Pil del primo trimestre 2019 faccia registrare la terza contrazione congiunturale consecutiva che sancirebbe il passaggio dalla recessione tecnica alla recessione conclamata”, sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. “Se infatti il pil nel primo trimestre 2019 non accusasse un calo sul trimestre precedente lo scenario che si prospetterebbe non sarebbe più di recessione conclamata, ma semplicemente di stagnazione“. Cioè lo scenario descritto dal Def approvato ieri, che stima per il 2019 una crescita dello 0,2% contro il +1% previsto fino a dicembre.

In base alle previsioni di Prometeia, il primo trimestre si chiuderebbe con una forte crescita della produzione industriale dell’1,5% sul trimestre precedente, anche se risulterebbe ancora nulla sul trimestre corrispondente del 2018. Il secondo trimestre (+0,1%) potrebbe essere invece caratterizzato da un rallentamento rispetto al primo trimestre ma da un’accelerazione rispetto all’anno precedente (da 0 a +0,4%). Quanto al pil, Barclays vede dopo un primo trimestre piatto una accelerazione congiunturale a +0,1% nel secondo trimestre e a +0,2% nel terzo e nel quarto trimestre, con una crescita annua 2019 che rimarrebbe comunque a zero, ma con possibili revisioni verso l’alto.