Politica

Tav, ora Salvini dovrebbe rispettare l’analisi costi benefici e dire No. Invece continua col celodurismo

di Riccardo Ricci

Sono un simpatizzante M5S e mi fa abbastanza girare le balle vedere Matteo Salvini che, dopo essersi rifatto una verginità grazie al M5S ed essere andato al governo obtorto collo grazie a una legge elettorale infame fatta dai piddini, ora si mette a fare il bullo e ad atteggiarsi a capo del governo per far vedere che ce l’ha duro come ce l’aveva il suo capo storico, l’Umberto.

Anche io, come credo tanti altri simpatizzanti del M5S, ero molto perplesso alla formazione di un governo con Salvini, ma mi sono fidato di Beppe Grillo quando disse che Salvini è persona di parola, corretta, di cui ci si può fidare. Ora Salvini dovrebbe dimostrarlo. O tira fuori numeri e argomenti per dimostrare che il Tav conviene farlo e l’analisi costi benefici fatta da Marco Ponti non è corretta, oppure dice che hanno ragione i 5 Stelle e che il Tav non conviene farlo. E quindi, così come hanno fatto i 5 Stelle per la Tap approvando l’opera e andando a spiegare agli elettori che non era possibile bloccarla perché l’analisi costi benefici era abbondantemente sfavorevole al blocco dell’opera, anche Salvini dovrebbe dire No al Tav e spiegare ai suoi elettori che in effetti hanno ragione i 5S e che questa opera non conviene farla, è obsoleta, è uno spreco di denaro pubblico eccetera eccetera.

Sono convinto che i suoi elettori lo capirebbero, anche perché Salvini ha tutti gli strumenti per farsi capire. Potrei anche suggerirgli un argomento e che cioè quest’opera è fortemente voluta dalle lobby economiche affaristiche (le élite?) di questo Paese contro le quali anche Salvini mi sembra si scagliasse in campagna elettorale. Sono altresì convinto che il governo e lo stesso Salvini ne uscirebbero rafforzati e che potrebbero continuare a fare altre cose molto più utili e di cui il Paese ha enorme bisogno piuttosto che il Tav. Se insiste sulla linea dell'”io ce l’ho più duro” credo che ne gioverebbe poco anche elettoralmente, perché andrebbe a deludere quegli elettori che hanno creduto in questa strana maggioranza e nella possibilità che un governo giallo verde potesse e possa effettivamente cambiare questo Paese.

Io credo in generale che in questa fase storica gli elettori apprezzino molto un governo che magari si scanna sui singoli temi ma che riesce a trovare un punto di sintesi utile a tutti. In fondo forse questo è uno dei grandi problemi del nostro Paese: la capacità di dividersi e litigare dogmaticamente su tutto senza mai trovare un punto di accordo. Perciò, avere un governo che riesce razionalmente e con il buon senso a fare sintesi e a mettere d’accordo anime diverse è forse il primo e più grande cambiamento di cui abbiamo bisogno.

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